Dopo settimane di intensi combattimenti a Severodonetsk, nella regione di Luhansk, i soldati ucraini si ritireranno dalla città. A dare la notizia è Serhiy Haidai, capo dell’amministrazione militare della regione di Lugansk.  «Il numero di persone uccise aumenterà ogni giorno», ha detto. «È stato deciso che i nostri difensori si ritireranno su nuove posizioni, aree fortificate, e da lì condurranno le ostilità e infliggeranno danni al nemico».

Secondo le autorità ucraine il 90 per cento della città di Severodonetsk è andato distrutto dai colpi di artiglieria pesante e dai razzi sparati dall’esercito russo. Dopo la ritirata Mosca ha quasi la totalità del controllo della regione di Lugansk, l’ultima città rimasta in mano al governo di Kiev, ma dove negli ultimi giorni si è intensificata la battaglia, è Lysychansk.

Fonti delle milizie separatiste che combattono al fianco dei russi nel Lugansk hanno detto alla Tass che negli ultimi due giorni sono mille i soldati ucraini rimasti uccisi mentre sono 800 quelli catturati. Le perdite ucraine sono avvenute in particolare in combattimenti tra le località di Groskoye e Zolotye, a sud di Lysychansk, che sono state strappate agli ucraini.

I civili

Prima della guerra a Severodonetsk vivevano circa 100mila abitanti. Oggi per il governo di Kiev rimangono solo ottomila civili che però non possono essere evacuati e rischiano una crisi umanitaria per mancanza di viveri. Una situazione molto simile a quella di Mariupol, la città nel sud-est dell’Ucraina che si affaccia sul mare d’Azov e che è caduta sotto il controllo della Russia nelle scorse settimane.

La perdita di Severodonetsk permette agli ucraini di concentrare la loro difesa sulla vicina Lysychansk (non è un caso se vengono definite città gemelle) che si trova sull’altra parte del fiume Siversky Donets. Ieri l’esercito di Kiev ha annunciato di aver respinto un pesante attacco russo condotto anche con carri armati, mortai e jet da combattimento. 

«I russi hanno effettuato attacchi aerei all’ingresso di Lysychansk, danneggiando il ponte di accesso. Ora solo le auto potranno attraversalo, nessun camion invece entrerà in città», ha detto Serhiy Haidai.

Il valore della conquista

Il controllo di Severodonetsk è arrivato a quattro mesi esatti dall’inizio della guerra in Ucraina. Si tratta di una vittoria che può far bene al morale dell’esercito russo che però ha pagato a caro prezzo. Secondo analisti ed esperti sono centinaia i soldati russi che perdono la vita ogni giorno nel Donbass. Il presidente ucraino Zelensky ha detto che ogni giorno perde in media 200 soldati.

Ma secondo l’Institute for the Study of War: «La perdita di Sievierodonetsk è una perdita per l’Ucraina, nel senso che ogni terreno catturato dalle forze russe è una perdita, ma la battaglia di Sievierodonetsk non sarà una vittoria russa decisiva». Fonti del Pentagono citate dalla Cnn sottolineano che le forze russe stanno facendo «progressi di pochi centimetri nel Donbass». Nel frattempo il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha promesso l’invio di un nuovo pacchetto di armi per un valore di un miliardo di euro e anche gli alleati della Nato si apprestano a inviare nuovo arsenale.

© Riproduzione riservata