Nuovi attacchi contro le istituzioni diplomatiche ucraine all’estero. Secondo il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko, «dopo l’attacco terroristico in Spagna, le ambasciate in Ungheria, Olanda, Polonia, Croazia, Italia, i consolati generali di Napoli e Cracovia e il consolato di Brno hanno ricevuto pacchi insanguinati».

Al loro interno sono contenuti «occhi di animali», ha scritto Nikolenko su Facebook. Si cerca di capire quale sia «il significato di questi messaggi», ma la situazione è tesa e nei giorni scorsi da Kiev è stato dato l’ordine di rafforzare le misure di sicurezza delle ambasciate e dei consolati in tutta Europa.

La chiamata tra Putin e Scholz

Dopo settimane di stallo, un leader europeo è tornato ad avere una conversazione telefonica con il presidente russo Vladimir Putin. Lo ha fatto il cancelliere tedesco Olaf Scholz che ha avuto un colloquio telefonico con il leader del Cremlino. «Il cancelliere ha condannato in particolare gli attacchi aerei russi contro le infrastrutture civili in Ucraina e ha sottolineato la determinazione della Germania a sostenere l’’Ucraina nel garantire la sua capacità di difesa contro l'aggressione russa», ha detto il portavoce del cancelliere alla Reuters. Mentre Putin ha definito «distruttiva» la linea dei paesi occidentali in Ucraina, facendo eco alle dichiarazioni del ministro degli Esteri Lavrov che nelle scorse ore aveva accusato la Nato e gli Stati Uniti di essere coinvolti in prima persona nel conflitto non soltanto fornendo armi ma anche addestrando personale militare.

Le perdite ucraine

Per la prima volta dall’inizio della guerra, ovvero dallo scorso 24 febbraio, gli ucraini hanno pubblicato i numeri riguardo alle perdite del loro esercito. Il consigliere della presidenza ucraina Mykhailo Podolyak, stima che in totale sono stati uccisi «tra i 10mila ed i 13mila» militari ucraini. Un numero di gran lunga inferiore rispetto alle perdite stimate dagli Stati Uniti. Secondo il presidente dello Stato Maggiore della Difesa, Mark Milley, sono circa 100mila i soldati russi e quelli ucraini che sono stati uccisi o feriti durante il conflitto. Mentre sarebbero 40mila i civili morti in oltre 9 mesi di guerra.

La “guerra religiosa”

Intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato il divieto per le organizzazioni religiose affiliate ai centri di influenza della Federazione russa di operare sul territorio ucraino. Una misura che viene dopo una serie di arresti e fermi nei confronti di esponenti della chiesa ortodossa accusati di essere filorussi.

A pochi giorni dalle dichiarazioni di papa Bergoglio, secondo cui nella guerra ucraina i soldati ceceni e buriati sarebbero i più crudeli contro i civili, il capo della repubblica cecena Ramzan Kadyrov è tornato sulla questione. «Il papa, guida spirituale di milioni di cattolici, avrebbe dovuto usare una retorica più pacifica invece che seminare odio e discordia interetnica tra i popoli», ha scritto su Telegram, il comandante ceceno. «Prima dell’intervento della Nato negli affari interni dell’Ucraina – aggiunge Kadyrov – non avevamo problemi con il popolo ucraino. Ciò non si può dire delle azioni del gregge del papa nelle persone degli istruttori della Nato, che cercano di trasformare il maggior numero possibile di militari ucraini in carne da cannone».

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