Domani seguirà insieme a voi la notte elettorale, con aggiornamenti costanti sul sito internet e sui social. Ma cosa ci possiamo aspettare e quando sarà proclamato il nuovo presidente degli Stati Uniti? Ecco una guida per capire i tempi dell’election day e gli aspetti più importanti da considerare.

Quando conosceremo il risultato delle elezioni?

Ci sono buone possibilità che al termine di questa notte non si sappia chi è il vincitore delle elezioni presidenziali americane. Ma tenendo gli occhi puntati su stati come la Florida potremmo forse salutare l’alba con un’idea concreta di chi sarà alla Casa Bianca nei prossimi quattro anni. Sebbene neppure per le elezioni passate si attendesse il conteggio di tutti i voti prima di proclamare il nuovo presidente, quest’anno potrebbe essere impossibile ottenere nel giro di poche ore delle proiezioni attendibili in diversi stati chiave per l’esito.

Il numero dei voti anticipati, e in particolare delle schede inviate via posta, è infatti nettamente superiore a quello delle elezioni passate e modalità e tempi del conteggio variano da stato a stato. Alcuni, come la Florida, hanno già iniziato il conteggio dei voti anticipati, altri hanno atteso fino ad oggi. In certi casi, per il voto via posta, si considerano valide solo le schede giunte a destinazione entro l’election day, in altri casi si aspetterà anche più di una settimana per contare tutte le schede inviate entro questo giorno. 

Prendiamo ad esempio la Pennsylvania, stato che con 20 voti elettorali ha un notevole peso sul risultato, e in cui Donald Trump e Joe Biden si giocano un testa a testa. In Pennsylvania si inizieranno a contare i voti giunti via posta alle 7 del mattino del 3 (le nostre 13), ma continueranno ad essere considerate valide le schede giunte entro il 6.  È dunque quasi impossibile che si ottenga un risultato definitivo in serata, anzi i funzionari locali parlano di venerdì. E questo potrebbe ribaltare l’esito: è noto infatti che i repubblicani tendano a votare di persona il giorno stesso delle elezioni, mentre una buona fetta dell’elettorato democratico si è avvalso del voto anticipato. 

Il collegio elettorale

A questo proposito va tenuto presente che il vincitore non è colui che ottiene un maggior numero di voti sull’intero territorio nazionale, ma colui che conquista almeno 270 dei 538 voti del collegio elettorale. Infatti già cinque presidenti nella storia americana hanno vinto le elezioni senza avere la maggioranza del voto popolare, incluso Trump nel 2016. 

Il collegio elettorale è formato dai cosiddetti grandi elettori dei 50 stati, più Washington DC: il numero di grandi elettori non dipende strettamente dal numero di abitanti dei singoli stati, quanto dal numero dei loro distretti rappresentati alla Camera sommato ai due senatori, e in ogni caso anche gli stati meno popolosi hanno un minimo di 3 voti elettorali. Questo significa per esempio che in Wyoming un voto elettorale rappresenta meno di 200.000 persone, mentre in California ne rappresenta più di 700.000.

Uno degli aspetti più controversi del sistema del collegio elettorale è che in 48 su 50 stati vige la regola dell’“asso pigliatutto”, ovvero il candidato che ottiene la maggioranza dei voti, anche se con uno scarto minimo, si aggiudica tutti i voti dei grandi elettori. Quindi se in Pennsylvania Biden dovesse risultare anche solo in leggerissimo vantaggio dopo il conteggio delle schede arrivate via posta, prenderebbe tutti i 20 voti elettorali. 

Quali risultati possiamo aspettarci questa sera?

A seconda degli stati i seggi chiuderanno tra le 18 e le 24 ora di New York, ovvero tra la mezzanotte e le sei del mattino italiane. Entro l’una e mezza potrebbero già arrivare i risultati di un gruppo di stati in cui l’esito è però già prevedibile: Indiana, Kentucky, South Carolina e West Virginia, che andranno probabilmente a Trump, e Vermont e Virginia che dovrebbero andare in mano a Biden. Più incerta è la velocità con cui avremo i risultati di North Carolina, Ohio e Georgia, stati in cui - se uno dei due candidati non risulta da subito nettamente in vantaggio - potrebbe essere necessario contare quasi tutti i voti, e dunque attendere giorni, per ottenere un risultato chiaro. 

Tra le due e le tre di notte possiamo aspettarci i risultati di un altro buon numero di stati. Anche in questo caso per alcuni l’esito è molto prevedibile - come per l’Alabama e il Tennessee che facilmente andranno a Trump, o il Massachusetts e New Hampshire che dovrebbero andare a Biden - mentre per altri, come appunto la Pennsylvania, lo è meno e dunque c’è il rischio di dover aspettare almeno fino a domani. Grande protagonista di questa fascia oraria sarà la Florida dove il conteggio dei voti è già iniziato e si aspetta un risultato in tempi rapidi. Con i suoi 29 voti elettorali segnerà in modo piuttosto determinante l’esito finale. (Nel 2016 Trump l’ha vinta con appena il 2,2 percento dei voti ed è quello il momento in cui si è capito che aveva reali possibilità di vincere).

Tra le tre e le cinque di notte, a parte di nuovo stati più prevedibili - come Kansas e Nebraska per Trump e Colorado e New York per Biden - entreranno in gioco i più incerti Michigan e Wisconsin, che in totale rappresentano 26 voti elettorali. Di questi due stati probabilmente avremmo i risultati non prima di mercoledì, o nel caso del Michigan, addirittura venerdì. Gli ultimi a chiudere saranno gli stati della West Coast - tra cui deep blue states come la California e Washington - che potrebbero metterci giorni a contare i voti, ma di cui si può prevedere con certezza il risultato. 

In poche parole l’unica possibilità che abbiamo di sapere il risultato entro quest’ora è che uno dei due candidati superi ogni aspettativa e ottenga risultati schiaccianti in stati in bilico dove il conteggio dei voti potrebbe essere relativamente rapido. Se per esempio Biden dovesse aggiudicarsi in modo inequivocabile Florida, North Carolina, Georgia e Ohio per l’America potrebbe già iniziare un nuovo capitolo.

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