Una delegazione di Hamas è attesa al Cairo per discutere di ulteriori proposte per arrivare ad un cessate il fuoco. Osama Hamdan, alto funzionario di Hamas, ha confermato il viaggio in una conferenza stampa a Beirut, dopo che Netanyahu ha annunciato in conferenza stampa il rifiuto della proposta di Hamas e il proseguo del conflitto.

Un funzionario egiziano ha confermato all’agenzia France-Presse che i colloqui al Cairo daranno vita a «un nuovo ciclo di negoziati» con l'obiettivo di raggiungere «la calma nella Striscia di Gaza».

Una nota di Palazzo Chigi conferma che nella serata di ieri, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha avuto un nuovo contatto telefonico con il Presidente egiziano Al Sisi, con oggetto i seguiti del vertice Italia-Africa (quello del Piano Mattei) ma anche la crisi in Medio Oriente. «La conversazione telefonica, che si iscrive nel quadro dei costanti contatti con i principali leader della regione, ha anche affrontato l'attuale situazione in Medio Oriente. A quattro mesi dalla drammatica cattura degli ostaggi del 7 ottobre, nel confermare la necessità di proseguire con gli sforzi umanitari, è stato ribadito il forte auspicio del Governo italiano di una loro pronta liberazione» riporta la nota.

Blinken in Israele

Il segretario di Stato americano Antony Blinken prosegue la sua visita a Tel Aviv, dopo la conferenza di Netanyahu, ha detto che «gli israeliani sono stati disumanizzati nel modo più orribile il 7 ottobre. Ma questa non può essere una licenza per disumanizzare gli altri. La stragrande maggioranza delle persone a Gaza non ha nulla a che fare con gli attacchi del 7 ottobre».

Le relazioni tra Israele e gli Stati Uniti, già tese da mesi, hanno subito un duro colpo dopo il pubblico rifiuto da parte di Netanyahu di un piano che gli Stati Uniti avevano ritenuto valido. Blinken è convinto comunque che ci sia ancora spazio per un accordo sugli ostaggi tra Israele e Hamas.

Nel secondo giorno della sua visita in Israele ha partecipato ad un incontro con i ministri del gabinetto di guerra Benny Gantz e Gadi Esenkot. Con Gantz l’amministrazione del democratico Joe Biden si è impegnata a mantenere buoni legami, visto anche la crescita del suo consenso popolare e la sfiducia sempre più evidente attorno a Netanyahu.

Secondo quanto riportato dal Guardian, durante l’incontro i ministri israeliani e Blinken hanno discusso le modalità per garantire il rilascio degli ostaggi di Gaza. «La questione più urgente è ovviamente trovare il modo di riportare indietro gli ostaggi», ha detto Gantz a Blinken. «Fatto questo, si possono ottenere molti risultati», ha concluso.

Il segretario americano ha poi tenuto un colloquio con il leader dell’opposizione Yair Lapid, discutendo anche in questo caso della priorità del rilascio degli ostaggi. «È bello vedere quanto questo gruppo sia impegnato nei confronti degli ostaggi, nel risolvere la situazione, nel trovare modi per promuovere la pace», ha dichiarato Lapid riferendosi a Blinken e agli altri funzionari statunitensi.

Attacchi nel sud di Gaza

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato che le Forze di difesa israeliane hanno ricevuto istruzioni di iniziare le operazioni nella città di Rafah, dove la popolazione è stata ingrossata da centinaia di migliaia di sfollati, fuggiti dalla vicina Khan Younis, sotto assedio da giorni.

«È in corso un'intensa campagna di bombardamenti sulla città di Rafah, in particolare sulla parte occidentale», riferisce dalla zona il giornalista di Al Jazeera Hani Mahmoud. «Sono state prese di mira le abitazioni residenziali. Una famiglia sfollata dalla parte settentrionale della Striscia di Gaza e un'altra proveniente da Khan Younis sono state uccise in massicci attacchi aerei notturni che hanno distrutto un intero edificio». Secondo il reporter molte persone sono state uccise nella parte orientale della città, al confine tra Egitto e Gaza, mentre più di 10 persone sono state uccise in «aree sicure» designate.

Times of Israel riporta le parole di un portavoce del ministero degli Esteri egiziano, che in un’intervista per un canale tv locale si è mostrato preoccupato per un potenziale tentativo di fuga di massa attraverso il confine nel momento in cui l’Idf espanderà le operazioni militari su Rafah: «i continui attacchi israeliani su aree densamente popolate creeranno una realtà invivibile. Lo scenario dello spostamento di massa è una possibilità».

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