- Dopo Ucraina e Azerbaijan, i droni turchi sono arrivati anche in Marocco.
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La presenza dei BT2 in Marocco permette ad Ankara di mettere piede in un altro paese del Nord Africa, dopo aver stretto un accordo con la Tunisia per la vendita dei droni Anka-S e aver schierato i velivoli senza pilota in Libia in difesa del governo onusiano di Tripoli. Ma consente anche alla Turchia di fare pressioni sull’Algeria, paese alleato ma non ancora del tutto allineato sul piano strategico.
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Il continuo espansionismo turco rappresenta però un problema per l’Italia e per l’Europa, le cui capacità di intervento nelle dinamiche mediterranee continuano a diminuire in favore di altri attori regionali.
Dopo Ucraina e Azerbaijan, i droni turchi sono arrivati anche in Marocco. Ankara ha da poco consegnato a Rabat il primo velivolo senza pilota e si appresta a inviare i restanti dodici sulla base di un accordo stipulato ad aprile con re Mohammad VI. La compravendita dei droni prodotti dalla Baykar, società privata gestita dal genero del presidente Recep Tayyip Erdogan, è un traguardo importante per la Turchia, che ha così raggiunto due diversi obiettivi. Prima di tutto, la presenza dei BT2 i



