Dopo giorni di proteste contro le nuove tasse culminati con l’assalto al parlamento, il presidente del Kenya William Ruto ha annunciato il ritiro della legge di bilancio che aveva scatenato la sommossa popolare. «Dopo aver ascoltato attentamente il popolo del Kenya, che ha detto forte e chiaro che non vuole avere nulla a che fare con questa legge finanziaria, chino la testa e non la firmerò, quindi sarà ritirata», ha detto Ruto. Martedì scorso negli scontri sono morte almeno 22 persone e altre 300 sono rimaste ferite. Cinquanta manifestanti sono stati arrestati
I fatti di Nairobi sono un segnale per le classi dirigenti africane e anche per noi. Non siamo davanti all’ennesima rivolta etno-politica, come già avvenuto in Kenya e altrove, o a tentativi di destabilizzazione golpisti o jihadisti. Siamo davanti alla ribellione di un’intera generazione che vede messo a repentaglio il proprio futuro. I giovani keniani assaltano il parlamento perché sono delusi: vogliono essere ascoltati dagli adulti ma vendono che le loro aspirazioni non sono accolte. Ciò avvie



