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I “no” di Netanyahu allontanano la tregua. Il premier prende tempo, aspettando Donald Trump

Bibi non accoglie la richiesta di non ingaggiare battaglia a Rafah, dove milioni di gazawi sono stretti fra l’Idf e il muro dell’Egitto. 26 stati membri dell’Ue chiedono «una immediata pausa umanitaria che porti a un cessate il fuoco credibile», dice Josep Borrell

La sfilza di “no” di Benjamin Netanyahu mette in difficoltà chi punta a spegnere il conflitto in Medio Oriente. Nonostante le pressioni internazionali, Bibi non accoglie la richiesta di non ingaggiare battaglia a Rafah, dove milioni di gazawi sono stretti tra i Merkava di Tsahal e il sempre più alto muro egiziano, ultima forzosa barriera a una nuova dispersione palestinese fuori dalla Striscia. Il premier israeliano, che nel proseguimento della guerra vede la garanzia della propria sopravvivenza

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