- All’appoggio incondizionato della Nato e di una buona fetta di resto del mondo per Kiev, l’Africa ha sempre risposto con estrema freddezza. Molti paesi del continente sono rimasti pubblicamente neutrali e spesso si sono astenuti in occasioni dei voti sulle risoluzioni contro la Russia alle Nazioni Unite.
- Il viaggio di alcuni leader del continente a Kiev e San Pietroburgo ha rappresentato un'opportunità di discutere in prima persona gli effetti della guerra, soprattutto sulla sicurezza alimentare per milioni di persone e di proporsi come interlocutrice primaria nelle discussioni su grano e cereali.
- Il dialogo andrà avanti anche in occasione del vertice Russia-Africa che si terrà tra un mese a San Pietroburgo.
La “mission impossible”, salutata da esplosioni all’arrivo a Kiev, proponeva un piano in 10 punti che prevedeva la de-escalation dei combattimenti, il rimpatrio dei prigionieri di guerra e dei bambini e l'esportazione senza ostacoli di cereali attraverso il Mar Nero. Così era stato definito il viaggio di alcuni leader di paesi africani in Russia e Ucraina. La missione Annunciata come l’”iniziativa dei presidenti” - Sudafrica, Egitto, Senegal, Congo Brazzaville, Comore, Zambia e Uganda -



