Un tribunale del Pakistan ha dichiarato fuori legge la pratica che rendeva obbligatorio il test di verginità per le vittime di stupro. Secondo il giudice che ha emesso la sentenza, il test di verginità è una pratica «invasiva e che viola il corpo delle donne». La cosiddetta «pratica delle due dita» era finora effettuata da un ufficiale medico, non sempre donna, che si ispezionava l’imene della donna violentata per accertarsi che la violenza sessuale fosse effettivamente avvenuta.

La violenza di genere in Pakistan

Quello delle violenze sessuali è un problema molto sentito in Pakistan. Lo scorso 15 dicembre il governo nazionale ha approvato una legge che inasprisce le pene per gli stupratori dopo che per mesi donne e attivisti hanno protestato contro i delitti a sfondo sessuale commessi contro le persone di sesso femminile. Le manifestazioni erano nate dopo lo stupro e l’uccisione di una giovane donna commessa da un gruppo di pakistani. Secondo il gruppo di attivisti War against rape, solo il tre per cento delle accuse di stupro nel paese termina con una condanna.

Nel paese sono inoltre molto frequenti i cosiddetti delitti d’onore ovvero l’uccisione dello stupratore da parte di un membro della famiglia della donna violentata. Per ovviare al problema della violenza di genere, inizialmente, le autorità pakistane avevano deciso di introdurre l’impaccagione pubblica per gli stupratori accusati. La proposta era poi stata accantonata perché avrebbe portato problemi nella creazione di accordi con l’Unione europea. 

E gli altri paesi?

La pena di morte per gli stupratori è stata introdotta dal Bangladesh dopo che anche nel paese islamico si sono svolte diverse proteste contro la violenza di genere. Inoltre, secondo un report delle Nazioni unite, sono venti i paesi che continuano a praticare come obbligatorio il test della verginità per le vittime di stupro. L’Onu ha criticato la pratica accusata di umiliare le donne.

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