In parallelo con i nuovi provvedimenti di Biden, prosegue la procedura di impeachment nei confronti dell’ex presidente Donald Trump accusato di avere «incitato» all’insurrezione i suoi supporter prima che quest’ultimi assaltassero il Congresso il 6 gennaio
Il presidente americano Joe Biden firmerà oggi 25 gennaio un nuovo provvedimento che mira a sostenere il settore manifatturiero del paese. La nuova legge mira ad aumentare la spesa effettiva del governo in favore di prodotti americani rendendo più stringenti le definizioni dei prodotti Made in Usa. L’obiettivo è di intervenire su alcune falle delle precedenti regolamentazioni, che pur prevedendo una quota obbligatoria di acquisti di prodotti americani da parte degl governo, permettevano alcuni sotterfugi.
Oltre a riformare le norme attuali, l’amministrazione democratica nominerà un ufficiale che controllerà l’implementazione corretta del nuovo provvedimento. Anche il predecessore di Biden, Donald Trump aveva provato a implementare una legge simile, ma i suoi effetti non si sono potuti vedere a causa della sua formalizzazione avvenuta solo due giorni prima della fine del mandato presidenziale.
L’impeachment arriva al senato
In parallelo con i nuovi provvedimenti di Biden, prosegue la procedura di impeachment nei confronti dell’ex presidente Donald Trump accusato di avere «incitato» all’insurrezione i suoi supporter prima che quest’ultimi assaltassero il Congresso il 6 gennaio. Oggi 25 gennaio la richiesta di mettere in stato d’accusa il repubblicano arriverà in Senato dopo essere già stata approvata alla Camera. L’esito del voto che inizierà l’8 febbraio è incerto. Per passare la procedura dovrà trovare anche l’appoggio di diversi senatori repubblicani. Alcuni membri del Great Old Party hanno già detto di volere votare in favore dell’impeachment e di considerare Trump «responsabile» di quanto avvenuto.
Nel frattempo, Dominion, una delle compagnie che ha gestito il voto elettronico durante le presidenziali del 3 novembre, ha avviato una causa contro il legale di Trump, Rudy Giuliani che aveva accusato l’azienda di essere stata al centro dei presunti brogli elettorali commessi dai democratici. La compagnia ha detto di essere stata danneggiata dalle teorie cospirazioniste dell’ex sindaco di New York e ha chiesto un risarcimento di 1,13 miliardi di dollari.
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