Sei morti, un ferito e un possibile serial killer. Non è la trama di un romanzo giallo ma il racconto di quanto negli ultimi mesi sta avvenendo in California. «Non sappiamo quale sia il motivo. Quello che crediamo è che una persona sia “in missione”», ha riferito il 4 ottobre in conferenza stampa il capo della polizia di Stockton, Stanley McFadden. 

La ricostruzione degli omicidi

All’alba del 10 aprile 2021 un uomo muore per una serie di colpi di arma da fuoco a Oakland, in California. La vittima è il 39enne Juan Vasquez Serrano. Le circostanze della sua morte sono piuttosto confuse e si sa poco altro rispetto alla causa del decesso: ovvero i colpi da arma da fuoco, così come confermato dal coroner. Non si sa neanche se, al momento dell’aggressione, l’uomo fosse solo o in compagnia. Le indagini, perciò, si arenano.  

A distanza di più di un anno e di una settantina di miglia, a Stockton, l’8 luglio 2022 viene ritrovato il cadavere di Paul Yaw, 35 anni. A partire da quel momento e fino all’inizio di ottobre successivo si contano altre quattro vittime: 

  • Salvador Debudey Jr, 43 anni, morto l'11 agosto;
  • Jonathan Hernandez Rodriguez, 21 anni, morto il 30 agosto;
  • Juan Cruz, 52 anni, ucciso il 21 settembre
  • e Lawrence Lopez Sr, 54 anni.

Alcuni di loro, stando a quanto rivelato dalla polizia, erano senzatetto e tutti si trovavano soli al momento dell’omicidio.

Tra il primo omicidio e gli altri cinque c’è anche l’aggressione, sempre con un colpo d’arma da fuoco, di una donna della quale non è stata rivelata l’identità, ma solo che ha 46 anni. 

«Quando è uscita dalla sua tenda, ha incontrato un tale che impugnava una pistola», ha riferito McFadden. L’uomo avrebbe, dunque, sparato diversi colpi, ma avrebbe desistito dal proposito di uccidere la donna dopo che questa ha provato a difendersi. 

Il collegamento

La linea di collegamento che ha permesso agli inquirenti di unire tra loro gli omicidi e l’aggressione è la pistola utilizzata. Sebbene in conferenza stampa la polizia non lo abbia detto esplicitamente, McFadden ha alluso a una sola pistola. 

«Non ho assolutamente alcuna risposta sul motivo per cui quella pistola è rimasta inattiva per oltre 400 giorni», ha detto. La polizia sta raccogliendo in giro informazioni che possano essere utili alle indagini e ha offerto 125mila dollari a chi fornisca informazioni che portino all’arresto. Anche l’amministrazione della città, gli Stockton Crime Stoppers e il proprietario di una società edile locale hanno offerto 95mila dollari agli informatori. 

La polizia sarebbe anche in possesso di immagini non nitide, provenienti da una videocamera di sorveglianza, del presunto omicida. Tuttavia, non è escluso che agisca con la complicità di altre persone.

In questa immagine da un impianto di sorveglianza, diffusa dal dipartimento di polizia di Stockton, un fermo immagine sgranato di una "persona di interesse", vestita tutta di nero e con indosso un berretto. La polizia sospetta che sia il serial killer che stanno cercando (Stockton Police Department via AP)

Molti meno serial killer del passato

Rispetto al passato è molto meno frequente l’incidenza di omicidi seriali, come raccontato in una puntata del podcast Non spegnere la luce dalla criminologa e analista comportamentale Valeria Rossi. La causa sarebbe da imputare, ha spiegato la profiler, a due ragioni: una socio-culturale e una tecnologica.

I nuovi riferimenti culturali della società fanno sì che i killer cerchino di ottenere un’eco mediatica immediata e d’impatto per i loro crimini, d’altro canto le nuove tecnologie limitano di molto la possibilità per gli omicidi seriali di sfuggire alla cattura.

«Prima era molto più semplice uccidere qualcuno. Lo uccidevi, lo trascinavi in una campagna, lo abbandonavi da qualche parte prima che ti trovavano...avoglia! Adesso la tecnologia si è evoluta, ci sono telecamere ambientali ovunque, registrazioni ovunque. Il delitto perfetto esiste ma le persone non lo conoscono. Quindi il delitto one shot è la cosa più probabile», ha detto Valeria Rossi. 

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