Dopo l’assalto alla Moneda, anche la memoria cilena è diventata preda di narrazioni false. Cinquant’anni dopo la morte di Allende, il Cile ha compiuto grandi passi ma non ha sradicato i retaggi della dittatura e non ha scosso l’indifferenza generale
Quando l’11 settembre 1973 Salvador Allende, a bombardamento del palazzo della Moneda in corso, ha pronunciato a Radio Magallanes uno dei più alti discorsi politici della Storia, quello sulle “grandi Alamedas” dove sarebbe tornato a passare l’uomo libero, non sapeva che il golpe stava per porre fine a una stagione storica iniziata con la Seconda Internazionale, e che ha il suo massimo auge con i Trenta gloriosi. Di quella storia Don Salvador – un medico nato nel 1908, classe media dedita alla c



