Mentre l’Unione europea bisticcia con i colossi dell’industria farmaceutica per via dei ritardi nelle consegne delle dosi di vaccino acquistate, in Russia approvano il loro terzo siero contro il Covid-19.

L’annuncio viene direttamente dal premier Mikhail Mishustin, il quale ha dichiarato che il siero CoviVac è stato sviluppato dal centro scientifico federale per la ricerca e lo sviluppo di farmaci di immunobiologia Chumakov. Il premier ha aggiunto che «a metà marzo le prime 120.000 dosi saranno distribuite tra la popolazione civile». Non sono ancora chiari i risultati dell’efficacia delle dosi, ma CoviVac è il terzo vaccino registrato in Russia contro il Covid-19 dopo Sputnik V del centro Gamaleya e l’EpiVacCorona del centro Vektor.

Sputnik V

Sputnik V è già stato acquistato e distribuito ad altri paesi, molti dei quali in Medioriente. Questa settimana, dopo varie pressioni sul governo israeliano, circa duemila dosi sono entrate a Gaza e serviranno per immunizzare il personale sanitario e i pazienti a rischio.

Secondo uno studio dello Spallanzani di Roma, Sputnik V sarebbe efficace al «91,6 per cento». Il vaccino prevede due dosi da inoculare a distanza di tre settimane e la somministrazione è destinata ai pazienti a partire dai diciotto anni. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha ammesso che «la Russia non riesce a soddisfare la domanda internazionale per il vaccino contro il Covid-19», e a ha dato il via libera «ad altre nazioni di produrlo in loco». Se ci sarà l’ok dell’Ema e dell’Aifa Sputnik V potrà essere prodotto anche in Italia, e permetterebbe una maggiore dipendenza dalle grandi aziende farmaceutiche con cui sono già stati siglati i contratti.

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