Sale la tensione fra Teheran e Israele, a seguito dell'attacco informatico di ieri all'impianto nucleare sotterraneo di Natanz, nel centro del paese iraniano. 

Il ministero degli Esteri dell'Iran, tramite il suo portavoce Saeed Khatibzadeh, ha accusato Israele per l'attacco che ha definito di sabotaggio nell'impianto nucleare e ha avvertito che l'Iran «si vendicherà». Israele non ha rivendicato l'attentato, ma la maggior parte dei media israeliani, in modo abbastanza uniforme, sostiene che sia stato causato da un cyberattacco.

Cos'è successo

I dettagli su cosa sia accaduto nella struttura sono pochi. Inizialmente, si era parlato di un blackout, ma successivamente il capo del programma nucleare civile iraniano ha definito quanto avvenuto un atto di «terrorismo nucleare».

«La risposta per Natanz è vendicarsi di Israele», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Khatibzadeh. Lo stesso ha poi riconosciuto che alcune centrifughe IR-1, traino dell'arricchimento dell'uranio, sono state danneggiate nell'attacco. Le nuove centrifughe erano state istallate e inaugurate sabato, sotto l'occhio vigile del presidente Hassan Rouhani, che ha preso parte alla conferenza stampa. 

Se Israele fosse effettivamente responsabile, questo porterebbe a un aumento delle tensioni fra i due paesi. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, infatti, ha incontrato ieri il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, e ha promesso di fare tutto ciò che è in suo potere per fermare l'accordo sul nucleare iraniano.

L'intesa nucleare

Il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif ha avvertito separatamente che Natanz sarà ricostruita con macchine più avanzate, cosa che potrebbe mettere in pericolo i colloqui in corso a Vienna con le potenze mondiali per salvare il malridotto accordo atomico di Teheran. 

Dalla scorsa settimana, infatti, grazie alla mediazione dei paesi europei, sono in corso a Vienna i colloqui indiretti fra Iran e Stati Uniti per ristabilire l'accordo sul nucleare, abbandonati da Donald Trump nel 2018. Da allora, Rouhani ha violato l'intesa diverse volte, incluso con l'inaugurazione delle nuove centrifughe, che ha sollevato diversi dubbi proprio in merito al buon andamento dei colloqui. Gli Stati Uniti, infatti, si erano detti pronti a ritirare le sanzioni contro Teheran solo se l'Iran avesse ripreso a rispettare quanto previsto dall'intesa. Nei prossimi giorni, si potrà capire meglio anche la piega presa dal compromesso americano, dopo l'ultima iniziativa iraniana sull'arricchimento di uranio. 

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