Mentre l’ospedale al-Shifa rimane senza corrente elettrica, né internet, né acqua né forniture mediche si è svolto il vertice islamico a Riad che ha visto il primo incontro tra il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman e il presidente iraniano Ebrahim Raisi, i due principali leader del mondo sunnita e sciita
Mentre le autorità dell’ospedale al Shifa, il più grande di Gaza, assediato dall’Idf, facevano sapere che sta lottando per mantenere in vita i pazienti e rimaneva senza corrente elettrica, né internet, né acqua né forniture mediche, si svolgeva il vertice islamico a Riad fra il presidente iraniano Ebrahim Raisi e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. È il primo incontro dopo la riconciliazione favorita dalla Cina fra i due principali leader del mondo sunnita e sciita. A Riad c’era anche il presidente siriano, Bashar el Assad, escluso e poi riammesso ai vertici dopo l’espulsione dalla Lega Araba.
Israele con l’attacco a Gaza che ha provocato finora 11mila morti, stando al conteggio di Hamas, è riuscito nel capolavoro diplomatico di portare unità nel litigioso e sospettoso mondo islamico.
La giornata, convulsa, si è svolta su due fronti: l’assalto finale dell’esercito israeliano a Gaza Nord in una battaglia concentrata in aree vicine ai quattro maggiori ospedali a Gaza con Medici senza frontiere che gridava al mondo che la situazione nell’ospedale di Al Shifa è «catastrofica» e il vertice a Riad del mondo arabo e musulmano ritornato ad unità con l’incontro tra Sauditi e Iraniani.
Il monito dell’Iran
Il momento clou a Riad è stato l’incontro tra Raisi e Mohammed bin Salman, i due paesi leader dell’area e tra i maggiori produttori di petrolio al mondo. Molti analisti paventano un nuovo shock petrolifero come avvenne nel 1973 con l’embargo dell’Opec. Il capo dello stato iraniano aveva in precedenza incontrato l’emiro del Qatar, uno dei maggiori detentori di riserve di gas nel pianeta e detentore di Al Jazzera, la tv araba più diffusa nell’area.
«L’unica soluzione a questo conflitto è la resistenza continua contro l'oppressione israeliana fino alla creazione dello Stato palestinese dal fiume al mare», ha detto il presidente iraniano Ibrahim Raisi al vertice dei leader arabi e musulmani a Riad. «Oggi tutti devono decidere da che parte stare», ha aggiunto, invitando ad armare i palestinesi. Raisi ha chiesto anche sanzioni e un boicottaggio energetico contro Israele, che vengano mosse accuse contro Israele e gli Stati Uniti all'Aja e che siano inviati ispettori internazionali presso gli impianti nucleari israeliani. Un chiaro riferimento all’intesa sul nucleare che non sta andando da nessuna parte.
Gaza sotto assedio
L’agonia degli ospedali di Gaza è straziante. Il direttore dell’ospedale al Shifa, Muhammad Abu Salmiya ha affermato: «Quello che posso dire è che abbiamo cominciato a perdere vite di pazienti. Ogni minuto c'é chi muore: malati, feriti e anche bebe' negli incubatori». In precedenza era stato riferito che l'esercito israeliano è appostato nelle immediate vicinanze. Secondo Haaretz nella notte l'esercito israeliano ha stretto l'assedio ad altri due ospedali, che sarebbero il Rantisi e il Nasser.
Israele ha ripetuto più volte che Hamas usa l'ospedale al-Shifa come “scudo” per nascondere l'ingresso ad una rete di tunnel militari da dove opererebbe il leader dell'organizzazione a Gaza, Yihya Sinwar, il bersaglio della caccia all’uomo. L’esercito di Israele dice che non stanno sparando sugli ospedali, che non sono sotto assedio e che stanno chiedendo ai civili di trasferirsi al sud. L’esercito israeliano ammette che ci sono scontri armati con miliziani di Hamas nelle vicinanze dell’ospedale di Al Shifa e di aver trovato armi e munizioni in un asilo infantile a Gaza. Ma intanto, secondo Reuters che cita la ministra della Sanità palestinese, Mai al Kaila, almeno 39 neonati rischiano la morte nell'ospedale di Al Shifa di Gaza City dopo che è stata interrotta l'elettricità ed è mancato l'ossigeno.
In una giornata così non poteva mancare la voce di Hezbollah, che finora è rimasto cauto e prudente. «Continueremo a mettere pressione a Israele tenendo aperto il fronte di guerra col nemico israeliano dal sud del Libano», ha detto il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah.
«L’offensiva israeliana contro la popolazione di Gaza, inclusi i bambini, donne e anziani dimostra che non c'è più differenza tra quello che è lecito e ciò che illecito» e «che il nemico israeliano è capace di vendicarsi senza limiti morali, legali o umanitari», ha detto Nasrallah nel suo secondo discorso pubblico, trasmesso in diretta tv, dall'inizio della guerra in Medio Oriente. «Tutti questi crimini di guerra e questa ferocia contro Gaza, un'enclave sotto assedio, giorno e notte...non ci sono più limiti», ha aggiunto. «Il nemico ha mostrato la sua vera natura». Per ora però Nasrallah resta cauto e si limita a far pressioni sugli Stati Uniti per costringere Israele a un cessate il fuoco a Gaza.
Borrell sostiene l’Anp
Hamas non può tornare a Gaza. Gaza non può essere occupata da Israele e allo stesso tempo la soluzione per la Striscia «non può essere separata da quella per i Territori occupati. Sì ad un'autorità palestinese che sia a Gaza». Lo ha detto l'Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell parlando al Congresso dei socialisti europeo sottolineando la necessità «di un maggior coinvolgimento dei Paesi arabi moderati e dell'Ue».
«Dobbiamo contribuire alla costruzione di uno Stato palestinese, oltre che alla ricostruzione di Gaza», ha aggiunto. Molte sono state ieri le manifestazioni nel mondo tra cui quella di Londra a Park Lane e Parigi per il cessate il fuoco nella Striscia. Gli attacchi di Israele che coinvolgono gli ospedali a Gaza e hanno provocato 11mila morti lo mettono sempre più in contrasto con gli alleati americani ed europei. Netanyahu non sembra curarsene. Ma la pazienza di Biden si sta esaurendo.
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