Proseguono le tensioni tra il regime di Teheran e l’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Nei giorni scorsi il governo iraniano ha accusato il capo dell’Aiea, Rafael Grossi, di avere intenzioni «malevole» vista la sua insistenza nel chiedere di ispezionare i siti nucleari colpi da Israele e dagli Stati Uniti. Nella mattinata del 30 giugno Regno Unito, Francia e Germania, hanno condannato le dichiarazioni e hanno accusato Teheran di minacciare Grossi.

Il presidente iraniano Massoud Pezeshkian ha discusso del tema insieme al presidente francese, Emmanuel Macron, in una telefonata avvenuta nella serata del 29 giugno. Pezeshkian ha motivato la sospensione della cooperazione con l’Aiea definendo la condotta del direttore Grossi come «distruttiva». «L'iniziativa presa dai parlamentari è una risposta naturale alla condotta ingiustificata, non costruttiva e distruttiva del direttore generale». I leader occidentali stanno eseguendo pressioni affinché venga garantito accesso agli ispettori, per il momento, però, Teheran non ha intenzione di cooperare anche perché vuole che vengano tolte alcune sanzioni economiche contro il regime.

Il portavoce del ministero degli Esteri, Esmaeil Bagaei, ha infatti accusato Trump di compiere un «gioco psicologico e mediatico». «Al mattino si sente che verranno adottate queste e quelle misure e la sera impongono un nuovo pacchetto di sanzioni. Fluttuazioni e cambiamenti di posizione non sono affatto affidabili», ha detto. Non dimentichiamo che eravamo al culmine di un processo diplomatico e quando avremmo dovuto tenere il sesto round di negoziati due giorni prima» Israele, «con la collaborazione degli Stati Uniti» ha «condotto un'aggressione militare contro l’Iran». Il portavoce del ministero ha anche criticato duramente il cancelliere tedesco Friedrich Merz che durante la guerra dei 12 giorni aveva affermato come Israele stesse facendo il «lavoro sporco per tutti noi». «Non avrei mai pensato che il cancelliere tedesco avrebbe usato un linguaggio simile a quello usato per giustificare le azioni razziste di Hitler», ha detto Bagei.

Trattative al palo

Il presidente degli Stati Uniti ha fatto sapere che per il momento non sono in corso trattative con Teheran. «Non sto offrendo nulla all’Iran», ha scritto in un post su Truth. «Non sto nemmeno parlando con loro dal momento che abbiamo completamente i loro impianti nucleari», ha aggiunto.

Dall’Iran, però, per il momento non viene abbandonato il programma nucleare. «L'arricchimento è un nostro diritto, un diritto inalienabile, e vogliamo attuarlo", ha dichiarato Amir-Saeid Iravani, ambasciatore iraniano alle Nazioni Unite alla Cbs News, aggiungendo che l'Iran era pronto per i negoziati, ma «la resa incondizionata non è un negoziato. Sta dettando la politica nei nostri confronti». Iravani ha però affermato che Teheran è «pronta per i negoziati, ma dopo questa aggressione non è la condizione adeguata per un nuovo round di negoziati, e non vi è alcuna richiesta di negoziato e di incontro con il presidente».

Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, parlando del conflitto in Iran ha chiesto negoziati «seri» che generino fiducia tra tutte le parti. Intanto è salito a 935 il numero delle persone uccise durante l’operazione militare Rising Lions condotta dall’esercito israeliano.

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