A quasi una settimana dall’attacco di Hamas in Israele, continuano a piovere i razzi, e l’invasione via terra di Gaza da parte dell’esercito israeliano è imminente: nella giornata di venerdì è arrivato alla popolazione palestinese che risiede nel nord di Gaza l’ordine di evacuare la zona e spostarsi verso sud, in 24 ore. Si tratta di più di un milione di persone che devono lasciare le proprie abitazioni. 

Dalla Casa Bianca è anche arrivata la voce del coordinatore del Consiglio di sicurezza nazionale per le comunicazioni strategiche John Kirby: l’ordine di evacuazione è giunto come una sorpresa per gli Stati Uniti. «Non c’è stata alcuna consultazione prevetiva di cui sono a conoscenza prima che le forze di difesa israeliane emettessero l’avviso di evacuazione», ha detto, come riportato da Rai news.

Per l’Onu la scelta di Israele rischia di creare un rilevante problema umanitario. Il portavoce delle Nazioni Unite, Ste’phane Dujarric ha riferito che «l’Onu esorta ad annullare qualsiasi decisione di questo tipo per evitare di trasformare ciò che è già una tragedia in una situazione catastrofica». Il capo degli affari umanitari dell’Onu, Martin Griffiths, ha scritto su X, vecchio Twitter: «Tremo al pensiero di quali sarebbero le conseguenze umanitarie dell’ordine di evacuazione».

Del resto l’ultimatum riguarda anche il personale Onu, incluso quello che lavora nelle scuole e negli istituti sanitari. Tra le altre cose, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha sottolineato i rischi per i pazienti attaccati ai respiratori negli ospedali, il cui trasferimento sarebbe «una condanna a morte certa».

Da parte sua, il movimento islamico palestinese Hamas ha esortato la popolazione a non dare ascolto all'ultimatum delle Idf, definito «falsa propaganda». Israele ha criticato la risposta di Dujarric.

Mentre le famiglie da Gaza city si sono messe in marcia, il braccio armato di Hamas, le brigate al-Qassam, ha fatto sapere che nei bombardamenti israeliani sarebbero stati uccisi 13 ostaggi: «Sei prigionieri sono stati uccisi nel Governatorato del Nord e sette nel Governatorato di Gaza a seguito dei bombardamenti nemici», come ha riportato la tv al-Jazeera. Tra questi, ci sarebbero anche dei cittadini stranieri. Al momento, Israele non avrebbe commentato il comunicato.

L’incontro con Abu Mazen

Il segretario di Stato statunitense Antony Blinken ha intanto proseguito la sua missione in Medio Oriente: dopo aver incontrato ieri il premier israeliano Netanyahu oggi ad Amman, in Giordania, ha visitato il presidente palestinese Abu Mazen. «La sicurezza e la pace si ottengono riconoscendo al popolo palestinese i suoi diritti legittimi», ha detto Abu Mazen nel corso dell’incontro, come riportato da Sky tg24.

Le manifestazioni

In diversi paesi si stanno svolgendo delle manifestazioni a sostegno della Palestina, nel giorno santo per il mondo islamico. Nei territori occupati della Cisgiordania e nella parte orientale di Gerusalemme ci sono state delle proteste in supporto a Gaza: Associated press ha scritto che almeno otto palestinesi sono stati uccisi dall’esercito israeliano negli scontri avvenuti nelle città di Hebron, Ramallah, Betlemme, Tolkarem e Tamun. 

Ad Amman in Giordania si sono ritrovate più di 10mila persone, in un raduno indetto dai Fratelli Musulmani. La Cnn ha pubblicato la foto di una marcia a Baghdad, dove si conterebbero «centinaia di migliaia di iracheni». I manifestanti sventolano bandiere palestinesi e irachene. Così come a Sanaa, capitale dello Yemen, e a Kuala Lumpur, in Malesia, e a Islamabad, in Pakistan. Anche in Egitto i fedeli che si sono riuniti nella moschea Al-Azhar hanno intonato dei cori per «la Palestina libera» alla fine della preghiera, come ha mostrato Middle East Eye in un video diffuso su X, vecchio Twitter.

Nei giorni precedenti, Hamas aveva chiesto una “giornata della rabbia”, una mobilitazione del mondo arabo a sostegno dei palestinesi: aveva chiesto che si rendesse visibile la solidarietà con il gruppo terroristico e per fermare «i piani israeliani per giudaizzare Gerusalemme e Al-Aqsa». L’appello era arrivato da Khaled Meshaal, un ex leader di Hamas che adesso vive in Qatar.

Con l’avvicinarsi della data, il ministero degli Esteri e il Consiglio di Sicurezza Nazionale hanno esortato tutti gli israeliani, anche quelli che si trovano all'estero, a prestare particolare attenzione alle proteste.

Agli israeliani all'estero, in particolare, è stato consigliato di «fare attenzione, stare lontano da proteste e manifestazioni e, se possibile, ricevere aggiornamenti dalle forze di sicurezza locali su possibili proteste e episodi di disordini». Nella Città Vecchia, a Gerusalemme, sono state prese ulteriori misure di sicurezza, e l’ingresso al complesso di Al-Aqsa, in cima al Monte del Tempio, è stato ristretto solo ad anziani, donne e bambini: Hamas aveva chiesto agli arabi israeliani infatti di riunirsi lì.

Il fronte libanese

Non si fermano nel frattempo gli attacchi anche al confine nord di Israele: una troupe della Cnn che si trova nei dintorni ha sentito il rumore di proiettili sparati dal lato israeliano, e poi dei colpi che tornavano indietro. L’esercito ha definito l’area vicino Metula «una zona militare chiusa». 

In precedenza l’Idf aveva parlato di un’esplosione vicino a una barriera di sicurezza, nei paraggi di Hanita, sul confine tra Libano e Israele.

Al Jazeera ha confermato che due sue giornaliste, Carmen Jokhdar e Ellie Brakhaya sono state ferite durante un raid israeliano nel sud del Libano, mentre un cameraman della Reuters, Issam Abdullah, è rimasto ucciso.

Le armi al fosforo bianco

Tra le voci delle organizzazioni internazionali che stanno sottolineando la situazione disastrosa a Gaza, la ong Human Rights Watch ha denunciato un possibile utilizzo di armi al fosforo bianche da parte di Israele, dopo aver visionato dei video in cui si vedevano delle esplosioni compatibili con quel determinato tipo di bombe. Israele ha negato con un comunicato riportato al Jazeera: «L’accusa fatta alle forze di difesa israeliane riguardo l’uso del fosforo bianco a Gaza è inequivocabilmente falsa». 

Nel diritto internazionale queste armi sono ritenute armi incendiarie, e il loro utilizzo è proibito dove ci siano «concentrazioni di civili». Il fosforo bianco si incendia a contatto con l’ossigeno: se viene impiegato di solito per coprire con il fumo determinate operazione militari, o per interferire con sistemi di tracciamento, quando viene a contatto con il corpo umano causa ustioni in grado di bruciare rapidamente i tessuti, fino all’osso. La ong spiega sul suo sito che causa anche danni respiratori e può portare gli organi al collasso, e che non si può prevedere quanto possa rimanere nell’aria. 

Israele, sottolinea la ong, non ha ratificato il Protocollo III sul divieto o la limitazione dell’impiego di armi incendiarie e aveva già utilizzato armi al fosforo bianco su Gaza durante l’operazione “Piombo fuso” nel dicembre-gennaio 2008-2009.

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