È dall’8 novembre scorso che le relazioni tra Italia e Francia hanno iniziato a incrinarsi. Da quando la premier Meloni ha negato l’attracco nei porti italiani della nave ong Ocean Viking contenente circa 230 migranti salvati in mare nei giorni precedenti.

Il ministro dell’Interno Piantedosi e l’allora neopremier hanno puntato i piedi e chiesto agli stati dell’Unione europea di fare la loro parte accogliendo i migranti. Un atteggiamento definito all’epoca come «disumano» da parte del ministro dell’Interno francese Darmanin, che ha anche annunciato la sospensione del meccanismo di solidarietà europeo che prevedeva il ricollocamento dei migranti presenti in Italia. 

Come risposta, la presidente del Consiglio mette in discussione la piena operatività del trattato del Quirinale firmato tra Macron e Mario Draghi firma nel novembre del 2021 con l’obiettivo di avvicinare di più i due paesi. Fu definito un «momento storico», da parte dell’ex capo della Bce, ma il rafforzamento della cooperazione tra i due paesi ha avuto vita breve. Il tempo di un cambio di governo avvenuto dodici mesi dopo. La crisi diplomatica dell’ultimo inverno è stata risolta anche grazie alla chiamata del presidente Mattarella a Macron che ad appianare le divergenze tra i due esecutivi.

Le accuse dalla Francia

«L’estrema destra francese prende per modello l’estrema destra italiana. Si deve denunciare la loro incompetenza e la loro impotenza. Meloni fa tanta demagogia sull’immigrazione clandestina: la sua politica è ingiusta, disumana e inefficace», ha detto oggi invece il capo del partito di Emmanuel Macron Renaissance, Stéphane Séjourné. Parole affidate in un’intervista rilasciata dal leader francese al quotidiano Le Figaro. Prima delle dichiarazioni di Séjourné, lo scorso 4 maggio sempre il ministro dell’Interno dell’Eliseo Darmanin aveva anche lui accusato l’Italia di gestione disumana dei migranti. Dichiarazioni che avevano spinto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a cancellare la sua visita a Parigi. 

Immediata la risposta del vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. «Toni inaccettabili e offensivi. La Francia non può dare lezioni a nessuno. Portino rispetto al governo italiano», ha scritto su Twitter il leader della Lega. 

Si prova a ricucire

Il portavoce del governo francese, Olivier Véran, ha assicurato che «non c’è nessuna volontà di ostracizzare l’Italia in alcun modo e voglio rassicurare gli italiani che ci guardano».

«Non siamo un governo di estrema destra. Alcuni toni si possono risparmiare e mi auguro che siano solo le parole di un ministro in campagna elettorale. Noi non abbiamo nessuna voglia di interrompere le relazioni con la Francia», ha detto il ministro Tajani. «Ci sono atteggiamenti che non possono essere accettati – ha aggiunto – Non posso permettere che la mia nazione venga offesa; mi auguro che si possa concludere presto questa polemica e le parole del portavoce del governo francese vanno nella direzione giusta».

A pochi mesi dalla telefonata distensiva tra Macron e Meloni dello scorso gennaio, con la quale la premier ha provato a ricucire i rapporti soprattutto per ottenere una collaborazione su diversi fronti con la Francia, i due governi tornano in tensione. Nelle scorse settimane il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha intensificato le relazioni con il suo omologo francese in vista della consegna dei sistema di difesa aerea Samp-t – prodotti congiuntamente dai due paesi – da consegnare all’Ucraina, facendo presagire una maggiore cooperazione tra i due paesi. Ma il problema di fondo è la posizione politica dei due paesi sul tema migratorio.

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