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Jiang Zemin, il “rospo” che ha ereditato una Cina a pezzi e l’ha lasciata ricca

Yomiuri
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  • La scomparsa di Jiang Zemin, l’ex segretario generale del Pcc morto all’età di 96 anni, arriva in un momento molto delicato per la Repubblica popolare cinese (Rpc), dopo il XX congresso conclusosi con l’assegnazione a Xi Jinping e le proteste di questi giorni.
  • Venne eletto segretario generale il 24 giugno 1989: una figura di compromesso, un burocrate, considerato lontano tanto dai riformisti quanto dai conservatori che avevano ordinato all’Esercito popolare di liberazione di aprire il fuoco sui manifestanti. Un segretario generale destinato a vivere all’ombra del “piccolo timoniere”.

  • E invece “il rospo” – come era soprannominato – nato da una famiglia di intellettuali di Yangzhou (nella provincia del Jiangsu) è stato al centro del passaggio della Rpc da paria colpito dalle sanzioni internazionali nel dopo Tiananmen, a nazione in ascesa.

Il 21 aprile 1989 oltre 100mila studenti violarono il divieto delle autorità e invasero piazza Tiananmen per ricordare Hu Yaobang, il leader riformista, morto sei giorni prima, che nel 1987 i conservatori avevano costretto a dimettersi da segretario generale del partito comunista cinese (Pcc). I funerali di Hu coincisero con l’esplosione del movimento per la democrazia. La scomparsa di Jiang Zemin, l’ex segretario generale del Pcc morto all’età di 96 anni, arriva in un momento molto delicato

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