Il Wall street Journal ha denunciato l’uso di gas lacrimogeni da parte dei militari per controllare la folla all’aeroporto di Kabul. Non è chiara la nazionalità dei soldati, che hanno poi sparato in aria per disperdere la massa di persone: potrebbero essere statunitensi, britannici, afghani o di altri contingenti stranieri.  

Fonti del Wall Street Journal hanno poi svelato che un mese fa i vertici dell’amministrazione Biden erano stati avvertiti, con una nota del Dipartimento di stato del 13 luglio scorso, che Kabul sarebbe potuta cadere nelle mani dei Talebani appena dopo la scadenza del 31 agosto, termine fissato per il ritiro delle truppe statunitensi. Questa «è la prova che l’amministrazione è stata avvisata dai suoi stessi funzionari sul campo che l’avanzata talebana era imminente e l’esercito afghano non sarebbe stato in grado di fermarla», scrive la giornalista del Wsj Vivian Salama. Un funzionario statale e una persona vicina al dossier hanno riferito al quotidiano statunitense che il documento offriva anche raccomandazioni su come mitigare la crisi e velocizzare le evacuazioni. La nota è stata firmata da 23 membri dell’ambasciata statunitense ed è stata consegnata in fretta perché la situazione stava precipitando. Ma Joe Biden a luglio aveva detto che il crollo del governo afghano, e la conseguente presa di potere da parte dei Talebani, sarebbe stato «altamente improbabile».

Almeno la metà dei 18mila afghani che hanno chiesto di entrare nel programma per il visto speciale, e le loro famiglie, si trovano fuori dall’area di Kabul e sono sotto il controllo talebano. La situazione è complicata ed è difficile permettere loro di raggiungere l’aeroporto. 

Intanto le evacuazioni da Kabul procedono e la situazione dell’aeroporto si fa sempre più drammatica. Secondo un ufficiale Nato, 18mila persone hanno lasciato l’Afghanistan negli ultimi cinque giorni e l’obiettivo è quello di raddoppiare le partenze nel fine settimana. Altre 6mila, tra cui ex interpreti delle forze straniere, sono partiti giovedì sera o sono in attesa di partire questa mattina. Ma ci sarebbero altre 10mila persone attorno all’aeroporto in cerca di una via di fuga.

I Talebani hanno iniziato a cercare “porta a porta” chi ha collaborato con la Nato o con l’esercito afghano. Sono diverse le persone che hanno testimoniato questi episodi e la notizia è stata confermata da un documento confidenziale, consultato dalla Bbc, del RHIPTO Norwegian Center for Global Analyses, un’organizzazione no-profit che si occupa di dare consulenze alle Nazioni Unite. 

Domenica 15 agosto i Talebani hanno preso la capitale afghana, Kabul, e da allora stanno controllando la maggior parte delle città del paese. Ieri, in occasione della giornata dell’Indipendenza dagli inglesi nel 1919, le strade si sono riempite di persone che celebravano l’anniversario sventolando la bandiera nazionale afghana, ormai simbolo della resistenza ai Talebani, che per sedare le proteste hanno aperto il fuoco sulle folle. Le violenze del gruppo islamista continuano: alcuni testimoni hanno parlato di morti e feriti durante le manifestazioni e mercoledì a Jalalabad, città a est di Kabul, sono state uccise almeno tre persone.

La testimonianza di Emergency

È in calo l’arrivo dei feriti al Centro di Emergency a Kabul, ma continuano ad arrivare persone con ferite da proiettile e si tratta quasi esclusivamente di civili (il 90/95 per cento). Alberto Zanin, coordinatore medico del Centro della capitale, racconta che ieri in una delle manifestazioni che si sono tenute a Kabul, le persone del corteo hanno cercato di rimuovere la bandiera talebana e «la folla è stata dispersa sparando in aria, e abbiamo ricevuto diversi feriti colpiti dalla ricaduta dei proiettili. Dalle ferite che abbiamo esaminato, nessuno dei pazienti sembra essere stato però preso di mira direttamente», ha spiegato. 

Cinque feriti hanno raggiunto la sede di Emergency ieri provenivano dall’aeroporto e avevano ferite da arma da fuoco. L’associazione, vista la diminuzione degli arrivi, ha considerato di allargare le condizioni per l’ingresso al Centro, che ora ha 20 posti liberi su una capienza di 100 posti. Può entrare nel centro anche chi non è in pericolo di vita, mentre qualche giorno fa l’ong era stata costretta ad accettare solo le persone che versavano in condizioni gravissime.

Emergency ha dei centri anche in altre parti del paese. A Lashkar-gah, a sud-ovest di Kabul, la situazione del Centro sembra essere tornata quasi alla normalità, racconta Zanin, ma a destare preoccupazione è la Valle del Panshir, dove i Talebani non sono ancora arrivati. Il numero dei feriti nel centro di Emergency di Anabah non è alto, per ora, ma «a breve un gruppo di infermieri del nostro ospedale di Kabul con esperienza in ferite di guerra si recherà nella valle per offrire un aiuto supplementare a quei colleghi che sono abituati a lavorare in un posto normalmente pacifico», spiega il coordinatore. 

Ferito un cittadino tedesco

Hanno sparato a un cittadino tedesco mentre cercava di raggiungere l’aeroporto di Kabul, ma non è in pericolo di vita, ha detto la portavoce del governo tedesco. Considerato l’intensificarsi delle violenze nella capitale, l’ambasciata tedesca ha diffuso un messaggio: «L’accesso all’areoporto è possibile per il momento, ma i cancelli potrebbero essere bloccati con poco preavviso, anche a causa della quantità di gente che sta cercando di entrare». 

Altri 158 afghani sono atterrati oggi a Hanover. Secondo l’esercito, fino ad ora sono state evacuate in Germania 1.640 persone.

L’inviato di Deutsche Welle

Deutsche Welle (Dw), un’emittente tedesca, ha denunciato le violenze dei Talebani, raccontando in un articolo che combattenti talebani starebbero cercando un giornalista del canale televisivo e che lo scorso 18 agosto i Talebani hanno ucciso un suo familiare e hanno ferito gravemente un'altra persona. Inoltre, le case di almeno tre giornalisti di Dw sarebbero state perquisite.

Il rapporto Onu

«C’è un alto numero di individui che vengono presi di mira dai Talebani e la minaccia è chiarissima», ha detto alla Bbc Christian Nellemann, a capo del gruppo che ha stilato il documento confidenziale, consultato dalla Bbc, del RHIPTO Norwegian Center for Global Analyses, un’organizzazione no-profit che si occupa di dare consulenze alle Nazioni Unite. Nellemann avverte che, secondo la ricerca, chiunque sia nella lista nera dei Talebani è in serio pericolo, e che ci potrebbero essere esecuzioni di massa. 

Il coordinatore medico di Emergency a Kabul, Alberto Zanin, ha detto alla stampa che notizie ufficiose riportano che i Talebani «entrano nelle case di ex attivisti, artisti e persone che si erano schierate in passato contro il regime talebano. I talebani entrerebbero nelle case di privati per cercare armi e documenti, che possono rovinare la loro reputazione in città».

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