- Esiste una funzione pedagogica delle teologie politiche che si rivela nella sua massima potenza nei momenti di crisi.
- Se i riferimenti al “grande Satana” arrivano non solo dall’islamo-fascismo degli ayatollah ma, dopo gli adattamenti nord-coreani e venezuelani, continuano a diffondersi, non resta che riflettere.
- Con un nuovo intervento Kirill conferma il suo ruolo di supremo interprete della teologia politica post sovietica. La Russia è nella sua narrazione il veicolo di resistenza rispetto all’avanzata del demonio e alla possibilità della fine della civiltà.
Esiste una funzione pedagogica delle teologie politiche che si rivela nella sua massima potenza nei momenti di crisi, proprio quando le comunità sono chiamate a interrogarsi sui loro destini collettivi. Quando a questi dibattiti si intrecciano quelli sul nucleare ecco che entrano in gioco prospettive escatologiche che arrivano a evocare l’azione del demonio. Può apparire un contesto datato per i commentatori occidentali, comodamente seduti sui divani della secolarizzazione. E se i riferimenti



