- L’entrata in vigore, disposta dalle autorità kosovare, di due nuovi regolamenti, uno relativo alle targhe automobilistiche e un altro ai documenti di viaggio per i visitatori provenienti dalla Serbia, rischia di rappresentare un pericoloso espediente in grado di aggiungere ulteriore instabilità alle porte dell’Europa.
- La missione Kfor della Nato, alla quale partecipano circa 630 militari italiani, ha dichiarato di esser pronta a intervenire, in caso di necessità, nel rispetto della risoluzione del 1999 dell’Onu, per garantire un ambiente sicuro e protetto e la libertà di movimento per tutto il popolo del Kosovo.
- La tensione è in parte rientrata quando, il governo del Kosovo ha deciso di rinviare, di 30 giorni, l'applicazione delle controverse norme sui numeri di auto e sui passaporti serbi, ottenendo contestualmente l’impegno dei kosovari serbi a rimuovere le barricate.
Nonostante i tentativi intrapresi attraverso il dialogo Belgrado-Pristina facilitato dall’Unione europea e avviato nel lontano 2011, la normalizzazione delle relazioni e il conseguente riconoscimento del Kosovo da parte della Serbia, restano nodi irrisolti che, alla luce della guerra in Ucraina, rischiano di aprire nuovi focolai di crisi. Gli scontri e le proteste di domenica notte a Mitrovica e nel nord del Kosovo, così come le dichiarazioni del presidente serbo Aleksandar Vučić, rischiano di



