Un tribunale bielorusso del distretto Moskovsky di Minsk ha condannato a sei mesi di reclusione e una multa di oltre 2.800 rubli (900 euro circa) la giornalista della testata indipendente Tut.by Katsiaryna Barysevich, con l'accusa di «divulgazione del segreto medico che ha causato delle gravi conseguenze». Vale a dire la diffusione di documenti medici e dunque dati personali che attestavano le cause della morte di Raman Bandarenka, un manifestante nelle proteste contro il leader autoritario Alexander Lukashenko. L’uomo sarebbe morto in ospedale il 12 novembre dell’anno scorso a causa di gravi ferite e non era ubriaco. Nel referto medico erano state riportate lesioni cerebrali e fisiche provocategli dalla polizia. La pubblicazione della giornalista smentiva, dunque, la versione ufficiale.

Barysevich, per aver raccontato i fatti e svolto il suo lavoro è stata messa subito in custodia cautelare. Si trova in carcere già da 102 giorni e vi rimarrà per altri sei mesi. Il tribunale ha condannato, oltre a Barysevich, anche Artsyom Sarokin, il medico che ha curato Bandrenka e che ha passato le cartelle cliniche alla giornalista. Per lui, una condanna a due anni con sospensione della pena di un anno e una multa di 1300 rubli (400 euro circa).

LA REPRESSIONE DEL GOVERNO

Il governo di Lukashenko ha scatenato una vasta repressione contro le proteste post-elettorali, la più grande delle quali ha attirato fino a 200mila persone. Gli attivisti per i diritti umani affermano che più di 30mila persone sono state arrestate dall'inizio delle manifestazioni. Gli Stati Uniti e l'Unione Europea hanno risposto alle elezioni e alla repressione introducendo sanzioni contro i funzionari bielorussi. Motivo per cui il presidente bielorusso a annunciato di voler dare vita a una nuova costituzione entro quest’anno.

Le proteste e la violenza delle forze dell’ordine intanto vanno avanti da mesi. Nel 2020 in Bielorussia sono stati arrestati 477 giornalisti, molti dei quali sono ancora in attesa di un processo. Le ultime due, sono state arrestate lo scorso 18 febbraio a Minsk. Si tratta di Katerina Bakhvalova, 27 anni, e Daria Chultsova, 23 anni. Lavoravano per Belsat Tv, un canale televisivo dell'opposizione con sede in Polonia. 

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