La fidanzata di Jamal Khashoggi, Hatice Cengiz, ha chiesto via Twitter che il principe ereditario dell’Arabia Saudita, Mohammed bin Salman, venga punito per l’omicidio del suo compagno.

«È essenziale che il principe ereditario, che ha ordinato il brutale omicidio di una persona innocente e irreprensibile, sia punito senza indugio», ha scritto Cengiz. La richiesta avviene dopo la pubblicazione del rapporto classificato della National Intelligence in cui le forze di sicurezza americane hanno affermato che bin Salman «approvò la cattura o l’uccisione di Jamal Khashoggi», il giornalista del Washington Post.

Khashoggi venne attratto nell’ambasciata saudita a Istanbul il 2 ottobre del 2018 con la scusa di sbrigare alcune pratiche burocratiche per il suo futuro matrimonio con Cengiz, che sarebbe dovuto avvenire in pochi mesi. Una volta dentro la struttura è stato interrogato, aggredito e ucciso da alcuni funzionari della sicurezza saudita. Il suo corpo è stato smembrato e occultato prima di essere stato trasportato fuori dall’ambasciata.

Il documento classificato

Secondo il rapporto d’intelligence statunitense nell’operazione sarebbero coinvolti almeno ventuno 007 sauditi, molti dei quali vicini alla cerchio personale del principe, i quali sono stati raggiunti da alcune sanzioni formulate dal Dipartimento del tesoro americano. Le sanzioni, però, non hanno colpito il principe ereditario e ministeo della Difesa Mohammed bin Salman nonostante il documento lo accusi di essere il mandante della missione a Istanbul. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, non ha voluto interrompere le relazioni con il paese alleato in Medioriente ma ha telefonato al re Salman per riferirgli il risultato del rapporto prima che venisse pubblicato.

Chi è Khashoggi

Jamal Khashoggi, considerato un dissidente dalla monarchia saudita, ho dovuto lasciare il paese perché impossibilitato a  svolgere il suo lavoro di giornalista in piena autonomia e libertà. Come lui tantissimi altri giornalisti hanno subito la censura del regime o sono stati puniti con il carcere. Attraverso la sua rubrica nel Washington Post, Khashoggi denunciava le violazioni dei diritti umani che accadevano in Arabia Saudita ed era diventato un personaggio scomodo alla famiglia reale.

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