È un’estate “calda” per la Russia di Putin. Temperature che superano i 35 gradi a San Pietroburgo e Mosca, gli incendi in Siberia che hanno distrutto circa un milione e mezzo di ettari di bosco nel nordest della Federazione e l’arrivo della terza ondata del Covid-19, portata dalla variante Delta, con una media di circa 25mila contagi e 700 decessi al giorno.

Anna Popova, la direttrice sanitaria di Rospotrebnadzor ha definito «molto seria» la situazione nell’epicentro della pandemia (Mosca e San Pietroburgo), ma «anche nel resto del paese le cose non vanno bene». Dallo scorso giugno il sindaco di Mosca, Sergej Sobyanin, ha vietato tutte le manifestazioni con più di mille spettatori e ha espresso la volontà di applicare nuove misure più restrittive dopo che in soli due giorni a Mosca sono stati occupati 600 posti letto.

Tra questi provvedimenti: il 30 per cento dei dipendenti deve lavorare in smart working, il divieto di visitare zoo, musei, parchi e campi sportivi mentre i bar, ristoranti e locali notturni devono sospendere il servizio dalle 23 alle sei ad eccezione dell’asporto. Il sindaco Sobyanin ha applicato «i giorni non lavorativi» (lockdown) dal 12 al 20 giugno e per convincere i moscoviti a vaccinarsi ha lanciato anche una lotteria con in palio cinque automobili ogni settimana.

Anche in Russia è stato introdotto il codice Qr per consentire l’accesso nei ristoranti e agli eventi con più di 500 persone ai vaccinati e a chi presenta un tampone negativo entro le 72 ore precedenti, con due principali conseguenze: alcuni truffatori vendono codici falsi al prezzo medio di 130 euro (11.000 rubli) e, secondo il viceministro all’Industria e al Commercio della Russia, Viktor Evtukhov, nel periodo di attivazione di questo “green pass” i locali hanno perso tra il 60 e l’85 per cento del fatturato.

L’obbligatorietà del vaccino è diventata la principale discussione politica di queste settimane. Da un lato, Sobyanin e alcuni governatori hanno espresso la volontà di rendere obbligatoria la vaccinazione per gli operatori del settore sanitario e hanno lanciato il 30 luglio una votazione elettronica consuntiva per chiedere ai cittadini quali professioni dovrebbero essere obbligate.

Le risposte sono state: il personale sanitario (60.662), i deputati (70.043), gli eletti nelle istituzioni locali di Mosca (59.522) e i membri della commissione elettorale centrale (42.720). Dall’altro lato, il presidente Putin ha ribadito che «è impossibile introdurre la vaccinazione obbligatoria. I cittadini devono comprendere da soli questa necessità, rendersi conto da soli che se non si vaccinano possono affrontare un pericolo grave persino fatale».

Collocati all’opposizione

Questa divergenza rappresenterebbe il segnale, secondo un articolo dell’Economist dal titolo Making Moscow more pleasant, dell’opposizione al ruolo di Putin da parte del sindaco di Mosca a capo di “un movimento civile” che guarda alle elezioni presidenziali del 2024. Vedremo quali saranno le evoluzioni politiche di questo movimento e le mosse del sindaco di Mosca, ma, nel frattempo, il presidente Putin sembra essere in sintonia con il suo popolo. Un’inchiesta sociologica dell’istituto indipendente Levada Center del 13 luglio ha rilevato che più del 57 per cento dei rispondenti non ha il timore di contrarre il virus contro il 41 per cento che lo teme; solo il 25 per cento è pronto alla vaccinazione rispetto al 19 per cento che è già stato vaccinato.

Tra coloro che sono a favore del vaccino i sostenitori del presidente (31 per cento) e gli over 55 (25 per cento) mentre i più scettici sono compresi nelle fasce d’età 18-24 (11 per cento). La motivazione principale del rifiuto è la paura degli effetti collaterali dell’inoculazione (33 per cento), seguita da coloro che aspettano altri test di verifica (22 per cento) o ritengono che non abbia senso (16 per cento) e ben il 41 per cento ritiene inutile vaccinarsi a prescindere dalle circostanze.

Nel frattempo, la situazione di questi ultimi giorni è riassunta nelle parole del portavoce presidenziale, Dmitrij Peskov: «Tutto è stato predisposto correttamente, ma la campagna vaccinale va male». Dopo le misure restrittive la situazione epidemiologia a Mosca è, infatti, in rapido miglioramento, ma solamente il 25 per cento della popolazione è stata vaccinata e per raggiungere un’ipotetica immunità di gregge entro tre mesi dovrebbero inoculare 500mila persone al giorno, ancora il 25-30 per cento della popolazione.

Se la situazione interna del Covid dimostra ancora evidenti criticità, sul piano internazionale la questione del vaccino Sputnik è decisamene in salita. A oggi 70 paesi hanno già approvato il vaccino russo, 46 hanno anche registrato e acquistato le dosi e in 18 è iniziata la somministrazione.

Il fondo russo degli investimenti diretti, che ha finanziato lo sviluppo dello Sputnik e la sua commercializzazione all’estero, ha fornito qualche dato che consente di comprendere chi sono i principali acquirenti mondiali (Iran, Turchia, Egitto, Nepal, Messico, Argentina, Venezuela, Vietnam, Guatemala e Sri Lanka). Al primo posto troviamo l’Iran con 60 milioni di dosi seguita dalla Turchia con 50 milioni e per ultimo lo Sri Lanka con 13 milioni.

Tuttavia questi paesi non hanno ancora ricevuto tutte le dosi previste e il Guatemala ha chiesto la restituzione dei 79 milioni di dollari (pari a 16 milioni di dosi) che ha anticipato perché la Russia ha garantito l’1,87 per cento del lotto complessivo. Rispetto alle 896 milioni di dosi da fornire all’estero sinora la Russia ne ha inviati circa 17 milioni. Il fondo ha, così, ammesso che solamente dopo aver soddisfatto la domanda interna riuscirà a rispettare gli impegni con i paesi all’estero.

Per favorire l’accelerazione della produzione il fondo ha firmato accordi per la produzione dello Sputnik in 15 paesi tra cui l’India che produrrà il 60 per cento delle dosi destinate all’estero e l’Iran che diventerà un hub regionale della Federazione russa. E l’Agenzia Europea dei medicinali (Ema) non si è ancora espressa sul riconoscimento del vaccino Sputnik con un evidente danno anche per il nostro settore turistico.

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