Dopo intense settimane di dibattito, il governo tedesco ha sciolto la riserva e ha deciso di inviare in Ucraina i suoi carri armati Leopard. Stando a quanto ha riferito lo Spiegel per adesso Berlino manderà panzer attualmente in dotazione dell’esercito, mentre in futuro potrebbe chiederne altri alle aziende tedesche.

Anche la Francia si avvia nella stessa direzione, così come la Polonia che, nella giornata di ieri, aveva chiesto al governo tedesco il permesso per inviare i suoi leopard prodotti in Germania. Una decisione tanto attesa dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky che ieri ha eseguito il più grande rimpasto di governo dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina. 

Numerosi alti funzionari di governo, tra viceministri e membri dello staff della presidenza, e cinque governatori regionali ucraini sono stati cacciati o saranno presto costretti alle dimissioni. Le accuse nei loro confronti sono di corruzione o di altri comportamenti inappropriati. Il rimpasto è arrivato in seguito a una serie di indagini dell’Ufficio nazionale anticorruzione e dopo le inchieste di diversi giornalisti. 

Anche prima della guerra, la corruzione dell’amministrazione pubblica era considerato uno dei principali problemi del paese. Da tempo l’Unione europea raccomanda al governo di intraprendere azioni per combattere tangenti, clientelismo e favoritismi negli alti ranghi della pubblica amministrazione.

Si tratta di una delle richieste chiave per consentire al paese di proseguire il suo percorso di adesione all’Ue. Dimissioni e cacciate per ora riguardano solo viceministri e altre secondo file, anche se tra loro ci sono diversi fedelissimi di Zelensky. Nessuno ministro per ora è stato coinvolto, anche se alcuni di loro sarebbero sottoposti ad indagini.

Rimpasto di governo

In tutto sono stati cacciati cinque viceministri, il più importante dei quali è Vyacheslav Shapovalov, viceministro della Difesa. Il ministero della Giustizia era da alcuni giorni nel mirino dell’anticorruzione ucraina. Secondo la stampa, Shapovalov sarebbe coinvolto nell’approvazione di contratti di acquisto di cibo a prezzi maggiorati, un segnale che gli appalti nasconderebbero in realtà delle tangenti.

Secondo il sito ZN.ua, il ministero avrebbe firmato contratti per 360 milioni di euro a prezzi fuori mercato. Le uova, ad esempio, sarebbero state acquistate a 17 hrvina, cioè più del doppio del prezzo che si trova sul mercato. 

Il ministro della Difesa Oleksii Reznikov ha difeso fino all’ultimo il suo ministero, sostenendo che gli articoli di ZN.ua siano un attacco al suo ministero e che elementi sospetti nel contratto di acquisto, come il prezzo delle uova, siano in realtà semplicemente degli errori. Questo però non è bastato a salvare Shapovalov, cacciato dal suo incarico ieri con una decisione del consiglio dei ministri. Il ministero ha ringraziato in una nota Shapovalov per il suo lavoro e ha spiegato che lo stesso viceministro ha chiesto di essere licenziato affinché i sospetti su di lui non danneggiassero il lavoro del ministero. Secondo diversi media ucraini, anche lo stesso Reznikov sarebbe sotto indagine, ma per il momento nulla di ufficiale è ancora trapelato.

Oltre ai cinque ministri cacciati, il governo ucraino aveva già perso il viceministro delle Infrastrutture Vasyl Lozynskiy, arrestato su ordine dell’anticorruzione lo scorso 21 gennaio. Lozynskiy è accusato di aver ottenuto una tangente da 350mila euro in cambio di una fornitura di generatori elettrici. Ieri, infine, è stato costretto alle dimissioni anche Oleskiy Symonenko, viceprocuratore nazionale.

L’ufficio di Zelensky

Altre dimissioni sono arrivate dalla cerchia ristretta del presidente Volodymyr Zelensky. Il suo vicecapo di gabinetto Kyrylo Tymoshenko aveva annunciato lunedì la sua decisione di lasciare l’incarico. Tymoshenko è uno stretto alleato di Zelensky e lo aveva aiutato nel corso della campagna elettorale del 2019. Secondo i media ucraini, Tymoshenko avrebbe utilizzato per viaggi personali un’automobile donata per aiutare nell’evacuazione dei rifugiati. 

I media riportano anche che sono attese le dimissioni di Oleh Tatarov, un altro vicecapo di gabinetto, stretto alleato di Zelensky, da lungo tempo accusato di corruzione ma sempre sfuggito a processi e condanne. Per ora le dimissioni di Tatarov non sono ancora arrivate. Sempre i media ucraini riportano che sono attese anche le dimissioni dei governatori di Sumy, Dnipropetrovsk, Zaporizhzhia, e Kherson.

I governatori

Il governo ha poi dato il via libera alle procedure che dovrebbero portare alla cacciata di ben cinque governatori regionali (su un totale di 24 regioni). A essere finiti nella lista di proscrizione sono i governatori di Dnipropetrovsk, Valentyn Reznichenko, di Zaporizhzhia, Oleksandr Starukh, di Sumy, Dmytro Zhyvytsky, di Kherson, Yaroslav Yanushevych, e di Kiev, Oleksii Kuleba.

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