Il vaccino contro il Covid-19 prodotto da Pfizer potrebbe essere efficace all’85 per cento già alla prima dose. A dimostrarlo è uno studio della rivista scientifica Lancet che ha analizzato i risultati della vaccinazione su novemila operatori sanitari israeliani. Lo studio potrebbe cambiare le modalità di somministrazione del vaccino la cui efficacia era finora considerata raggiungibile solo tramite l’iniezione di due dosi. Nello specifico circa l’85 per cento dei partecipanti non ha sviluppato alcuni sintomi della malattia causata dal virus mentre il 75 per cento non è stato contagiato.

I dubbi sul report

 I risultati dello studio non risolvono comunque tutti i dubbi. L’epidemiologo, Gili Regev-Yochay, ha posto l’accento sul fatto che a partecipare al test sono stati in gran parte persone giovani e in buona salute. Un campione che già di per se è meno propenso a sviluppare contagi dall’infezione. La differenza tra le due modalità rimane comunque anche nell’efficacia. Se somministrato in due dosi il vaccino è efficace al 95 per cento mentre nel caso in cui l’iniezione sia unica il suo effetto, secondo il nuovo studio, sarebbe dell’85 per cento. Pfizer non ha per ora rilasciato commenti sul report, ma ha detto in precedenza di essere molto interessata a valutarlo per capire l’effetto dei vaccini contro le nuove varianti.  Nel frattempo, uno studio canadese ha invece riscontrato come un ulteriore distanziamento tra la prima e la seconda ondata, finora fissato a tre settimane, potrebbe migliorare la sua efficacia. 

Le azioni dell’Unione europea

In attesa dei nuovi risultati sull’effetto contro le varianti, l’Unione europea si è già mossa per acquistare nuove dosi dei vaccini. La Commissione ha proceduto all’acquisto di duecento milioni di dosi di Pfizer e di trecento milioni di Moderna. Il vaccino che per ora preoccupa di più è quello di AstraZeneca che non sembra efficace contro la variante sudafricana. Per questo motivo il governo del paese ha deciso di interromperne l’acquisto.

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