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In Libia la guerra tra le milizie manda all’aria i piani della Ue

  • Sono saltate le poche alleanze. La più potente lobby di trafficanti del paese che fa capo ai fratelli Ali e Hassan Buzriba di Zawiya, città a ovest di Tripoli, è oramai apertamente schierata contro il governo di Abdul Hamid Dbeibah. Una frattura che rende ancora più disperato il tentativo dei governi europei di trovare una controparte forte. 
  • Haftar è tornato a offrirsi come l’uomo forte in grado di bloccare le partenze. Anche lui, come i suoi avversari a Tripoli, lascia che in migliaia di disperati partano dalle coste sotto il suo controllo, così da convincere i suoi interlocutori tra Roma a Bruxelles della necessità di un guardiano.
  • Da oltre due anni il confine tra l’Egitto e la Libia è diventato poroso. Le agenzie di intermediazione pakistane fanno atterrare direttamente i loro clienti all’aeroporto di Benina a Bengasi. Pescherecci in legno caricano centinaia di egiziani e asiatici tra Tobruk e Al Marj.

Continua a ingurgitare corpi il Mediterraneo, suo malgrado. Corpi che talvolta riesce a restituire a una mamma o un figlio che cerca almeno una tomba su cui piangere e talvolta gli restano impigliati negli abissi del suo ventre inerme. L’ultimo naufragio nel Mar Egeo, a 47 miglia nautiche da Pylos, si è portato con sé oltre 600 vite. La prima strage di queste proporzioni nel Mediterraneo orientale. Una tragedia che riporta alla mente i grandi naufragi che si sono negli anni consumati nel br

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