Da Trump a Netanyahu, passando per Milei. Quella che cinque anni fa era una sparsa destra populista adesso appare strutturata da un telaio di relazioni tra partiti, think-tank, opinionisti, fondazioni poderose e relativi finanziatori: lo scheletro di una Internazionale illiberale in fieri
Dare del “fascista” all’avversario è spesso un riflesso automatico della sinistra inconsistente, quella che si dota d’un nemico spaventevole per prospettarsi come l’antitesi, e così ricavarne per sé un’identità che altrimenti non avrebbe. Ma se l’accusa di “fascismo” risuona anche in aree esenti da convenienza o pregiudizio, allora è inevitabile un dubbio: con i successi elettorali delle destre dure, il rischio di una presidenza Trump e la guerra di Gaza non starà irrompendo nella storia un movi



