Liz Cheney ha perso le primarie repubblicane nello stato del Wyoming contro Harriet Hageman, una delle candidate sostenute dall’ex presidente Donald Trump.

Con oltre il 90 per cento dei voti scrutinati Cheney ha subìto una sonora sconfitta. Ha ricevuto solo il 29 per cento delle preferenze mentre Hageman il 60 per cento. Per la stampa americana si tratta di una vittoria di Donald Trump all’interno del partito repubblicano contro i membri del Gop più critici nei suoi confronti, e sottolinea come nonostante le indagini in corso per l’assalto di Capitol Hill, l’ex presidente abbia ancora un forte consenso nel suo elettorato. 

Liz Cheney, figlia dell’ex vice presidente Dick Cheney (una figura politica rilevante nello stato del Wyoming), è vice presidente della commissione d’inchiesta che indaga sull’assalto del 6 gennaio 2021 ed, all’interno del partito, tra le figure più avversarie nei confronti di Trump.

«Harriet Hageman ha ricevuto il maggior numero di voti in queste primarie,  ha vinto», ha detto Cheney ai sostenitori quando oramai lo spoglio dei voti ha riportato la sua sconfitta. Dal palco ha anche spinto i suoi sostenitori a reagire contro Trump e i membri del partito che negano il risultato elettorale delle presidenziali del 2020. «Nessun cittadino di questa Repubblica è uno spettatore», ha detto. «Non possiamo abbandonare la verità e rimanere una nazione libera», ha aggiunto.

L’avversaria Hageman, che ha condotto una campagna contro Cheney definendola come il volto dell’establishment di Washington, ha rivendicato la vittoria dicendo: «Siamo stufi della commissione del 6 gennaio», «siamo stufi di Liz Cheney». Anche Donald Trump ha esultato, definendo la vittoria di Hageman come «risultato meraviglioso per l’America».

Gli altri repubblicani contro Trump

Solo due dei dieci repubblicani della Camera che hanno votato per l’impeachment di Trump hanno vinto le primarie per le elezioni di mid term del prossimo novembre. 

Secondo il New York Times, la sconfitta di Cheney e gli ultimi avvenimenti nella politica statunitense rappresentano «la piena e forse definitiva transizione del Partito Repubblicano dal conservatorismo tradizionale dell’era Bush-Cheney al populismo orientato alle lamentele di Trump».

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