Con una dichiarazione pubblicata ieri il Consiglio di sicurezza ha chiesto l’avvio immediato di un’indagine approfondita, trasparente, equa e imparziale. La condanna è arrivata dopo gli scontri al suo funerale
È arrivata la condanna del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per l’uccisione della giornalista di Al Jazeera Shireen Abu Akleh e per il ferimento di un altro giornalista nella città palestinese di Jenin l’11 maggio scorso.
- L’Onu ha chiesto, in una dichiarazione pubblicata ieri, l’avvio di «un’indagine immediata, approfondita, trasparente, equa e imparziale sulla sua uccisione» e ha «sottolineato la necessità di garantire l’attribuzione di responsabilità», ricordando che i giornalisti dovrebbero essere protetti nello stesso modo in cui vengono protetti i civili. Nonostante il testo mostri un indirizzo unitario dei membri del Consiglio di sicurezza, in base a quanto riporta la Bbc, ci sarebbero stati negoziati difficili sul contenuto della dichiarazione.
- L’avviso del Consiglio di sicurezza, che continuerà a monitorare la situazione, è stato pubblicato dopo le proteste di ieri, per gli scontri al funerale di Shireen Abu Akleh. I video mostrano la polizia colpire alcuni partecipanti al funerale. La polizia ha detto di aver agito dopo che alcuni avevano lanciato pietre e che gli agenti «sono stati costretti a usare mezzi di dispersione della rivolta».
- Shireen Abu Akleh, 51 anni, era una giornalista americano-palestinese, corrispondente di Al Jazeera e si occupava da oltre vent’anni del conflitto israelo-palestinese. Abu Akleh stava raccontando di un raid isrealiano nella città di Jenin. Non sono ancora chiare le circostanze della morte della giornalista.
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