Continuano le proteste in Francia contro la riforma che alza l’età pensionistica da 62 a 64 anni. Il presidente Emmanuel Macron, fermo sulla sua decisione, ha dovuto annullare la visita di stato di re Carlo III, prevista per oggi, 24 marzo. Nella conferenza stampa al termine del Consiglio europeo, Macron ha ribadito: «Non cederemo alla violenza, in democrazia non c'è diritto alla violenza».
Secondo il presidente, l’aggressività e le modalità che hanno caratterizzato le manifestazioni di questa settimana renderebbero le proteste non democratiche. 

La violenza della polizia 

Dopo gli scontri di ieri, il governo ha comunicato che 441 poliziotti sono rimasti feriti e gli arresti sono stati circa 457. Amnesty International e alcuni gruppi per i diritti umani hanno portato l’attenzione sulla brutalità usata dalle forze di polizia francesi. Secondo la Lega francese per i diritti umani, le autorità hanno minato «il diritto dei cittadini di protestare, facendo un uso sproporzionato e pericoloso della forza pubblica».

A lanciare l’allarme sul comportamento della polizia in Francia anche il Consiglio d’Europa. Il commissario per i diritti umani europeo Dunja Mijatovi ha invitato gli agenti a rispettare il diritto a manifestare.

Mijatovi, pur riconoscendo che i cittadini abbiano in alcuni casi usato la violenza contro gli agenti, in una nota specifica che tali atti illeciti «non possono giustificare un uso eccessivo della forza da parte di agenti statali, né privare i manifestanti pacifici del godimento del diritto alla libertà di riunione». 

Un’altra denuncia è quella di Reporter senza frontiere, secondo cui la polizia ha preso di mira alcuni giornalisti, «chiaramente distinguibili» nella folla. 


 

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