Il governo italiano continua la sua ricerca di fonti di energia alternative a quelle provenienti dalla Russia. Per questo, dopo la visita ad Algeri del ministro degli Esteri Luigi Di Maio e dell’ad di Eni Claudio Descalzi avvenuta nelle scorse settimane, oggi è il turno del presidente del Consiglio Mario Draghi, che visita il paese insieme a Di Maio.

Il premier italiano è atterrato nella capitale poco prima di pranzo e alle 13 ha incontrato il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune. Sul tavolo c’è il primo di una serie di nuovi accordi sulle forniture di gas per diversificare il portafoglio energetico italiano, composto quasi al 40 per cento dal gas russo.

L’accordo da firmare con la controparte algerina prevede anche investimenti nelle energie rinnovabili nel paese nordafricano, in modo tale da liberare anche più risorse di gas da destinare all’esportazione. «I nostri governi hanno firmato una dichiarazioni di intenti sul settore dell’energia», ha detto il premier Draghi in conferenza stampa dopo l’incontro.

A questo «si aggiunge l’accordo tra Eni e Sonatrach per aumentare le esportazioni di gas verso l’Italia», ha detto Draghi.

«L’Italia è pronta per lavorare con l’Algeria per implementare energie rinnovabili e l’idrogeno verde, subito dopo l’invasione dell’Ucraina avevo annunciato che l’Italia si sarebbe mossa con rapidità per diminuire l’indipendenza dal gas russo. Gli accordi di oggi sono una risposta significativa a questo obiettivo strategico e ne seguiranno altri. Il governo vuole difendere i cittadini italiani e le imprese dalle conseguenze del conflitto», ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi prima di annunciare che all’incontro di oggi seguirà il quarto vertice intergovernativo che si terrà ad Algeri il prossimo 18 e 19 luglio, e che per fine maggio il presidente algerino Tebboune verrà in visita in Italia.

I due presidenti hanno presenziato alla firma di una serie di accordi tra Eni e Sonatrach, una delle aziende petrolifere più importanti al mondo e impresa statale algerina, per consentire un maggior afflusso di gas all’Italia trasportato con il gasdotto TransMed dalla Tunisia.

Le difficoltà

FILE - In this Tuesday, Aug. 24, 2021 file photo, Algerian Foreign Minister Ramtane Lamamra gestures as he reads a statement from the country's president in Algiers. Spain has launched a diplomatic offensive to lock its essential stream of Algerian natural gas as energy prices across the world skyrocket and a souring spat between Algeria and Morocco threatens to disrupt the gas supply chain in northern Africa. Spanish Foreign Minister Albares made a hasty visit to the Algerian capital on Thursday, Sept. 30 where he was set to meet with his counterpart, Ramtane Lamamra. The trip had not been scheduled in advance and was announced by Albares' ministry only earlier this week. (AP Photo/Fateh Guidoum, file)

Tuttavia, le difficoltà non sono poche. Nonostante l’Algeria sia disponibile a offrire all’Italia più metano non ne dispone immediatamente, ma deve estrarlo aumentando la produzione di metano nazionale con tempi tecnici che non sono ancora prevedibili.

Nelle scorse settimane l’ad di Eni, Claudio Descalzi, si è recato nuovamente ad Algeri per incontrare i funzionari algerini della Sonatrach. Secondo le sue stime l’Italia potrebbe aumentare l’import di gas di 9 miliardi di metri cubi grazie all’Algeria e l’obiettivo è di sostituire entro l’autunno un terzo del gas che proviene da Mosca. L’Algeria passerà dagli attuali 20 miliardi di metri cubi a una fornitura di oltre 30 miliardi di metri cubi di metano.

Le importazioni dal nord Africa potrebbero aumentare ancor se si considerasse la Libia, ma l’instabilità politica di Tripoli gioca a sfavore. Nel paese il premier Abdel Hamid Dbeibah non gode più della fiducia del parlamento, che al posto suo ha scelto un nuovo esecutivo guidato da Fathi Bashagha. Con due centri decisionali diversi e una riorganizzazione degli equilibri politici che coinvolge anche le milizie armate del paese, contare sulla produzione libica non è sicuro.

Il botta e risposta con la Russia

«Di Maio ha fatto confusione, come sempre. Non è la Russia che ricatta l’Unione europea con le forniture di gas, è l’Unione europea che ricatta la Russia con sanzioni e minacce di nuove restrizioni, rafforzando le forze armate dei suoi paesi lungo il perimetro dei confini russi e fornendo armi di ogni tipo all’Ucraina». ha scritto su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.

Alle dichiarazioni di Zakharova ha risposto il portavoce del capo della Farnesina, Giuseppe Marici: «Il vero e unico ricatto è chiedere il pagamento in rubli di contratti di gas già in corso, e quella russa è chiaramente una richiesta inaccettabile. L’Italia, per evitare di affrontare eventuali crisi derivanti da queste condizioni irricevibili, sta agendo per diversificare le fonti di approvvigionamento».

Le alternative

Non solo Algeria. Dal 24 febbraio Claudio Descalzi si sta muovendo insieme al capo della Farnesina Di Maio anche in altre direzioni in cerca di gas. La scorsa settimana l’ad di Eni si trovava al Cairo dove ha incontrato il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi. Sul tavolo delle discussioni l’aumento produttivo del giacimento Zohr, uno dei più grandi nel Mediterraneo dove il cane a sei zampe ha una quota del 50 per cento, insieme, tra le altre, al colosso energetico russo Rosneft che detiene un 30 per cento.

Nelle scorse settimane il ministro Di Maio ha anche incontrato a Doha l’emiro qatarino al Thani che ha avuto ance un colloquio telefonico con il presidente del Consiglio Mario Draghi. A inizio aprile Di Maio aveva negoziato anche un aumento di 2 miliardi di metri cubi forniti dall’Azerbaigian con la prospettiva di aumentare l’importazione a lungo termine.

Il premier italiano ha previsto un tour africano, tra i paesi che visiterà entro la fine di aprile ci sono il Congo, Mozambico e Angola.

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