Secondo un’autopsia eseguita dall’Organizzazione di medicina legale di Teheran, Mahsa Amini non è morta per le violenze della polizia ma per una malattia al cervello.

Amini, 22 anni, è stata arrestata dalla polizia morale iraniana perché non indossava correttamente il velo. A poche ore dal suo arresto, la giovane è stata ricoverata in coma prima di morire. Secondo l’autopsia Mahsa Amini è stata operata all’età di 8 anni per un tumore al cervello, ma secondo i suoi famigliari non aveva problemi di salute. I genitori hanno sempre sostenuto che sia morta a causa di un violento colpo alla testa ricevuto mentre era in custodia della polizia.

In base all’autopsia Amini avrebbe «perso improvvisamente conoscenza» e successivamente sarebbe «caduta a terra». A nulla sono valsi i tentativi del personale di emergenza per salvarle la vita. «Il supporto respiratorio non ha funzionato» e Amini «nonostante gli sforzi e e il trasferimento in ospedale» è deceduta per «insufficienza multiorgano causata da ipossia cerebrale». In nessun caso la morte può essere imputabile a «colpi alla testa o ad altri organi vitali».

Le proteste

Dopo la morte di Amini migliaia di manifestanti sono scesi in piazza a manifestare chiedendo la caduta del regime iraniano. Le proteste sono state represse con violenza da parte dei servizi di sicurezza iraniani e hanno portato a un migliaio di arresti, centinaia di feriti e oltre 130 morti.

Tra i detenuti ci sono anche nove cittadini europei, tra cui l’italiana Alessia Piperno. L’Ayatollah Khamenei ha accusato Stati Uniti e Israele di finanziare e sostenere le proteste, mentre l’Unione europea ha minacciato di varare un pacchetto di sanzioni contro Teheran nel momento in cui non cessino le violenze contro le manifestazioni pacifiche di questi giorni.

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