L’agenzia europea che si occupa della difesa delle frontiere esterne dell’Ue è stata negli ultimi tempi al centro di un’indagine del parlamento europeo per la scarsa trasparenza e per non rispettare i diritti umani di migranti e rifugiati; dal diritto alla vita, a quello di chiedere asilo in frontiera, come sancito dalla Convenzione di Dublino e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. In particolare, come emerso dall’inchiesta giornalistica di Lighthouse Reports, Bellingcat, Der Spiegel, Frontex è stata complice del respingimento illegale e violento di migranti nel mar Egeo, tra Turchia e Grecia.

Una recente inchiesta di Domani ha rivelato inoltre come ufficiali di Frontex, sarebbero in contatto con la guardia costiera libica, a cui verrebbero mandate le coordinate delle imbarcazioni da intercettare via WhatsApp. Recentemente Frontex ha commissionato uno studio a Rand Europe, per implementare l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale nella gestione dei confini europei. Il report, reso pubblico in questi giorni, identifica le aree di intervento e quali nuove tecnologie verranno impiegate per i controlli dei confini. Mentre a Bruxelles rimane sul tavolo la proposta della Commissione Ue che prevede rimpatri e frontiere impermeabili, e chiede di aumentare risorse della stessa Frontex, gli eurodeputati socialdemocratici, di sinistra, verdi della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe) del parlamento europeo hanno già interrogato il direttore dell’agenzia Fabrice Leggeri: in molti ne hanno chiesto le dimissioni.

Il capo dell’agenzia europea è accusato di avere coperto i respingimenti illegali di rifugiati nell’Egeo tra Turchia e Grecia. Un gruppo di lavoro, composto da 14 eurodeputati - due per gruppo politico -, è stato istituito dopo le rivelazioni giornalistiche sul ruolo di Frontex nei respingimenti con lo scopo di vigilare sul rispetto dei diritti fondamentali, nonché sul rispetto dei principi di trasparenza e responsabilità nella gestione dell’Agenzia. Quattro mesi per stendere un rapporto con conclusioni e raccomandazioni. Il gruppo del parlamento Ue per lo scrutinio dell’Agenzia Ue - istituto per verificare l’operato di Frontex e presidiato da Roberta Metsola, deputata maltese del partito Popolare europeo - sarà in missione a Varsavia nella sede dell’agenzia il 14 e 15 giugno. «Ci sono stati gravi errori, rimane cruciale esaminare non solo le presunte violazioni dei diritti umani, ma anche la struttura interna dell’agenzia», ribadisce la verde olandese Tineke Strik in commissione.

Sono state segnalate espulsioni collettive e abusi, ma anche altre dinamiche interne che l’agenzia non rispetta. L’Ombudsman europeo Emily O’Reilly ha aperto un’inchiesta formale per verificare la trasparenza del Complaint Mechanism, lo strumento interno che permette di segnalare eventuali casi di violazione dei diritti umani. «Mancano gli strumenti per avere risposte tempestive da parte delle autorità nazionali, e temo che la divisione interna di Frontex dedicata ai diritti fondamentali non riesca a svolgere il proprio ruolo in modo indipendente», ha ribadito Emily O’Reilly durante un’audizione alla commissione Libertà Civili del Parlamento Europeo.

Frontex può decidere di non avviare alcuna attività alle frontiere se esistono timori che questa possa provocare possibili violazioni dei diritti fondamentali o degli obblighi di protezione internazionale. A deciderlo possono essere gli ispettori dei diritti fondamentali di Frontex, ovvero i fundamental rights officers, che si occupano di monitorare che tutte le operazioni siano in linea con i diritti fondamentali. Ma per mesi l’agenzia ha ritardato l’assunzione di personale incaricato a sorvegliare il rispetto dei diritti umani e dei valori dell’Ue. Nonostante erano previsti quaranta responsabili, finora ne sono stati reclutati solo venti.

Secondo gli europarlamentari Frontex è complice delle violazioni del diritto europeo e internazionale. Altri documenti interni consultati da Domani, confermano che nel 2020, alcune potenziali violazioni dei diritti fondamentali non sono state segnalate alla divisione interna di Frontex. E la mancata conformità con il regolamento dell’agenzia stessa viene ancora una volta dimostrato con le prove che gli avvocati della ong olandese Front-Lex, Iftach Cohen e Omer Shatz hanno presentato alla Corte di giustizia dell’Unione Europea con sede a Lussemburgo. Il ricorso contro Frontex è stato promosso per conto di due richiedenti asilo, un minore non accompagnato e una donna che, mentre chiedevano asilo sul suolo dell’Ue, sono stati arrestati violentemente, aggrediti, derubati, rapiti, detenuti, trasferiti con la forza in mare, espulsi collettivamente, e infine abbandonati in mare, senza cibo o acqua. «Confidiamo che la Corte ascolti le vittime, veda ciò che tutti vedono, chieda conto all’agenzia di frontiera dell’Ue e ripristini lo Stato di diritto sulle terre e sui mari dell’Ue», ha ribadito Omer Shatz.

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