Il primo vice presidente iraniano Mohammad Mokhber, 69 anni, ha assunto l'incarico di presidente ad anterim della Repubblica islamica d'Iran, dopo la morte di Ebrahim Raisi avvenuta in un incidente in elicottero. Come previsto dalla Costituzione a guidare il paese è il primo vicepresidente, che entro cinquanta giorni dovrà indire nuove elezioni.

Mokhber fa parte di un consiglio formato da tre persone, insieme al presidente del parlamento Mohammad Bagher Ghalibaf e al capo della magistratura. Tutti hanno un solo obiettivo ora: portare l’Iran nuovamente alle urne.

Mokhber è stata una delle prime persone nominate da Raisi quando è stato eletto presidente nell’agosto del 2021. Ex vice governatore della provincia del Khuzestan, Mokhber vanta una grande esperienza in ambito economico dato che per anni ha gestito le finanze del leader supremo iraniano, l'Ayatollah Ali Khamenei. Lo ha fatto anche attraverso un fondo di investimento legato al leader supremo chiamato Setad, che aveva lo scopo di gestire le proprietà abbandonate.

Anche per questo si era guadagnato la fiducia di Raisi che lo considerava uno dei suoi più esperti consiglieri, soprattutto nella gestione di un’economia colpita dalle sanzioni internazionali come quella iraniana.

In una delle sue ultime apparizione pubbliche, Mokhber si trovava a Mosca insieme a una delegazione di funzionari iraniani e Pasdaran per fornire all’esercito russo missili e droni Shahed militari da usare nella guerra in Ucraina.

I suoi avversari politici lo accusano di essere profondamente coinvolto in attività di corruzione per mantenere vari collegi elettorali vicini ai massimi leader del regime.

Le sanzioni

Dal 2010 al 2012 è stato sanzionato dall'Unione Europea per un presunto coinvolgimento in «attività relative ai missili nucleari o balistici». Nel 2018, il dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha sanzionato la Sina Bank, gestita da Mokhber, accusata di aver finanziato i Basij un’unità paramilitare volontaria considerata terroristica.

Nel novembre 2020, gli Stati Uniti hanno sanzionato anche la Fondazione Mostazafan, anch'essa precedentemente gestita da Mokhber e che possiede la maggior parte delle azioni della Sina Banks.

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