Il ponte di Londra è crollato. La regina Elisabetta II è morta a Balmoral, in Scozia, a 96 anni e dopo 70 anni di regno, durante i quali ha dato l’incarico a 15 diversi premier. L’ultima, la conservatrice Liz Truss, martedì scorso: l’ultimo atto formale a cui non ha voluto rinunciare nonostante le condizioni di salute e che per questo si è svolto lontano da Buckingham Palace.

Ora a Londra scatta il protocollo “London Bridge”, nome in codice con cui si identificano i preparativi per i funerali della sovrana. Appena i medici hanno divulgato un comunicato ufficiale di preoccupazione sulle condizioni della regina, tutti i familiari sono accorsi nella residenza di Balmoral: il principe Carlo e la moglie Camilla sono arrivati immediatamente, insieme al principe William con gli altri figli della regina. Anche il principe Harry, che attualmente risiede in America ma era in Inghilterra per un tour, si è precipitato in Scozia, lasciando però la moglie Meghan nella capitale.

La linea di successione

Il protocollo “London bridge” prevede che la notizia della morte arrivi prima alla premier, che poi avverte il parlamento e i vertici degli altri paesi del Commonwelth. Solo dopo viene divulgata alla stampa, con precedenza a quella britannica. Dopo aver appreso la notizia, Downing Street ha dieci minuti per abbassare a mezz’asta la bandiera e anche tutte le bandiere sulla strada che collega Trafalgar Square al parlamento. Poichè la regina è morta in Scozia, si è attivato anche il protocollo “Unicorn”, che prevede lo stop del parlamento scozzese per predisporre le esequie e il trasferimento a Londra.

Carlo partirà per un tour nel Regno Unito nei giorni prima del funerale, che si terrà nove giorni dopo la morte: la bara rimarrà esposta al pubblico per 23 ore al giorno, per tre giorni. Subito dopo i funerali, scatterà l’operazione “Spring Tide”, per l’ascesa al trono del successore.

Secondo la linea di successione, dopo settant’anni l’Inghilterra avrà dunque un nuovo un re: il principe Carlo, 74 anni, verrà incoronato e, per «auspicio» della sovrana, la moglie Camilla potrà assumere il titolo di “regina consorte”, nonostante il suo precedente matrimonio e le seconde nozze con Carlo.

(Jane Barlow/Pool via AP)

Quella della regina è stata una mossa politica, compiuta proprio in occasione dei festeggiamenti del suo Giubileo di platino: la decisione, secondo i commentatori inglesi, è stata giustificata dalla consapevolezza che la famiglia Windsor sta vivendo un momento molto difficile, con l’allontanamento del principe Harry e i guai giudiziari del terzogenito Andrew, e che il futuro re avrà bisogno di tutto l’appoggio possibile. Camilla, da «donna più odiata del regno» dopo la morte della principessa Diana, ha lentamente conquistato la fiducia della regina e anche il gradimento degli inglesi.

Nei mesi passati si era anche ipotizzata la possibilità che la corona saltasse una generazione, con la rinuncia di Carlo in favore del figlio William. La possibilità, però, è stata sempre smentita: quello di Carlo sarà probabilmente un trono breve, ma il futuro re avrebbe già pronte molte iniziative per ammodernare la monarchia britannica, a partire dalla riduzione dei cosiddetti “working royal”, i reali che ricevono uno stipendio pubblico per adempiere ai loro impegni istituzionali.

La vita della regina Elisabetta

Nata nel 1926, Elisabetta non è cresciuta preparandosi a diventare regina. Primogenita del duca di York, fratello del re Edoardo VIII, durante l’infanzia non ha sentito il peso di un futuro da regina: il padre, infatti, era il secondogenito del re Giorgio V e non aveva aspirazioni di successione.

Nel gennaio del 1936, con la morte del padre, gli succede l’erede Edoardo, il quale desta subito scandalo perché alla cerimonia di incoronazione vuole essere accompagnato dalla compagna, l’americana Wallis Simpson, che era divorziata e poi risposata con un altro.

Questa situazione matrimoniale entrava in conflitto con il ruolo di re, che è anche capo della Chiesa anglicana. Edoardo dichiara di voler sposare Simpson anche senza l’approvazione del governo e questo apre una crisi istituzionale che si conclude alla fine del 1936, quando Edoardo abdica in favore del fratello minore Alberto.

Il duca di York sale così al trono con il nome di Giorgio VI ed Elisabetta, la sua primogenita, diventa erede presuntiva. Secondo le regole dinastiche britanniche, infatti, le donne possono ereditare la corona solo nel caso in cui il monarca non abbia avuto un figlio maschio.

Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, Elisabetta partecipa come autista e meccanico, unendosi al Servizio ausiliare territoriale e per tutta la vita rimane appassionata di macchine e motori. Nel 1947, sposa il principe Filippo di Grecia e Danimarca e la coppia ha quattro figli.

Elisabetta sale al trono nel 1952, dopo la morte per infarto del padre. Ha 26 anni e il primo ministro con cui si confronta da regnante è sir Winston Churchill, premier (per la seconda volta) dal 1951 al 1955, con il quale intrattiene un lungo rapporto d’amicizia e che la guida nel suo nuovo incarico.

La regina Elisabetta II e il duca di Edimburgo si recano a cena dal primo ministro Winston Churchill nel 1955. Finita la cena il primo ministro apre la porta della macchina reale alla regina (LaPresse)

Durante il suo lungo regno, Elisabetta affronta molte crisi, anche militari: in particolare la guerra delle isole Falkland nel 1982, tra Regno Unito e Argentina, durante la premiership della prima donna, Margaret Thatcher, e la guerra del Golfo nel 1991.

Gli anni Novanta, invece, colpiscono la famiglia Windsor per la favola trasformata in tragedia che è stato il matrimonio del primogenito Carlo con Diana Spencer, che si conclude con la loro separazione e infine la morte di lady Diana nel 1997 in un incidente d’auto a Parigi.

Proprio in occasione dei funerali di Diana, la regina tocca il punto più basso della sua popolarità, per la scelta di non ammainare subito la bandiera su Buckingham Palace e di non parlare pubblicamente ai sudditi. Su insistenza dell’allora premier, Tony Blair, la regina decide di intervenire in diretta televisiva per ricordare la nuora e permette lo svolgimento di funerali solenni, anche se Diana non era più formalmente parte della famiglia.

Il principe Filippo, William, il fratello di Diana, Harry e il principe Carlo seguono il feretro della principessa Diana durante il funerale (Foto LaPresse)

Il Covid e la morte di Filippo

La regina ha celebrato il giubileo d’oro per i 50 anni di regno nel 2002, poi quello di diamante nel 2012. Infine quello di platino per i 70 anni nel 2022, il più triste perché senza il principe Filippo, ma che è stato l’ultimo bagno di folla per la sovrana più longeva di sempre.

Nel 2020, la pandemia da Covid le impone una lunga quarantena per evitare possibili contagi: dopo sette mesi di udienze solo virtuali, la regina torna in pubblico il 15 ottobre del 2020. Durante l’emergenza la regina parla alla nazione in un messaggio ulteriore rispetto a quello canonico del giorno di Natale e conia il motto «we will meet again», ci incontreremo di nuovo. 

Il 2021 è l’anno della morte dell’amato principe Filippo, dopo 73 anni di matrimonio e i funerali vengono celebrati rispettando le regole anti Covid. L’immagine della regina, sola tra i banchi della chiesa, è il simbolo della dignità di una donna anziana rimasta senza il suo compagno di vita, ma che rimane rigidamente legata ai protocolli.

Funerali del principe Filippo, l'ultimo saluto al marito della regina Elisabetta II (Foto Ap)

Lei gli rende omaggio nel consueto messaggio di Natale del 25 dicembre 2021, parlando del suo «amato Filippo» e di «quel luccichio malizioso e indagatore che aveva, luminoso come quando ho messo gli occhi su di lui per la prima volta».

L’addio di Harry

Gli ultimi anni non sono stati facili, per la corona inglese. Il secondogenito di Carlo, Harry, si innamora e sposa l’attrice americana Meghan Markle. La corona la accoglie a braccia aperte, lei asseconda le aspettative per una “working royal” (come vengono chiamati i membri della famiglia reale che svolgono attività istituzionale e per questo ricevono un generoso sussidio economico, il sovereign grant) e chiude i suoi profili social e il suo blog di moda.

Tutto sembra procedere come una favola e il quartetto formato dai due fratelli William e Harry con le rispettive mogli viene ribattezzato i Fab Four: esattamente quello di cui la Corona ha bisogno per proiettare la monarchia nel nuovo millennio e silenziare gli attacchi dei repubblicani per i costi di mantenimento e dei paesi del Commonwealth che vorrebbero sganciarsi definitivamente dal Regno Unito.

Invece, piano piano tra le coppie scoppia lo scontro. Le voci sono molte e non tutte confermate, veicolate dai tabloid e da pettegolezzi di palazzo. I sostenitori di Meghan dicono che sia stato uno scontro con la cognata Kate Middleton; i suoi detrattori sostengono invece che William sia intervenuto e abbia litigato con il fratello perchè Meghan bullizzava il personale di Kensington palace e la tesi sarebbe confermata dai molti forfait nell’entourage della duchessa.

Tutto questo ha portato a quella che è stata ribattezzata Megxit dai taboloid: la scelta di Harry e Meghan di lasciare il ruolo di working royals e anche la Gran Bretagna, per trasferirsi prima in Canada e poi in California e «guadagnarsi da vivere», come si è letto nel loro comunicato stampa.

(Ap)

Nei mesi e negli anni successivi, la distanza tra la royal family e i duchi del Sussex si allarga. Continuano gli screzi, alimentati dal fatto che Meghan, più a suo agio negli Stati Uniti che a corte, voglia recuperare spazio mediatico e costruirsi una carriera.

Tra i momenti di maggiore crisi c’è la messa in onda dell’intervista alla decana del gossip americano Oprah Winfrey, durante la quale Harry e Meghan hanno detto che ad allontanarli definitivamente da corte sarebbe stata la domanda di un familiare che non hanno voluto identificare, che gli avrebbe chiesto di che colore sarebbe stata la pelle del loro bambino non ancora nato, Archie. 

Anche nelle ore immediatamente precedenti la morte della sovrana, a tenere banco sui tabloid c’era l’atteso memoriale di Harry, che dovrebbe venire pubblicato a fine anno e che preoccupa molto la famiglia reale.

La più amata

Amatissima dal popolo britannico ma anche dai media, la regina Elisabetta appartiene a una generazione passata che però ha saputo sfruttare sapientemente i media, sin da quando si è insediata. Le sue parole alla radio della Bbc, alcuni anni prima della sua incoronazione, il 21 aprile 1947, sono state: «E’ semplice. Giuro davanti a voi che la mia vita, sia lunga o breve, sarà devoluta al servizio vostro e del nostro grande impero»,impegno che ha mantenuto da quando è salita al trono e fino agli ultimi giorni di vita.

Nei 70 anni di regno ha parlato direttamente alla nazione una volta l’anno, nel giorno di Natale, rompendo questa etichetta con un messaggio in più solo quattro volte: la Guerra del Golfo nel 1991, la morte di Diana Spencer nel 1997, la morte della Regina madre nel 2002 e il Covid nel 2020.

Non ha mai disdegnato nemmeno la presenza in campagne pubblicitarie pubbliche: in occasione delle olimpiadi di Londra del 2012, girò una pubblicità con l’agente 007 impersonato da Dainel Craig e si prestò anche per la promozione degli Invictus games, con il nipote Harry.

Su di lei sono incentrati molti prodotti televisivi e cinematografici: il più noto alle giovani generazioni è la serie the Crown, in onda su Netflix, che racconta la storia del suo regno fino alla nascita di Harry e William. Al cinema, nel 2006 è arrivato the Queen, che racconta i giorni della corona durante i giorni della morte e dei funerali della principessa Diana. Per l’interpretazione di Elisabetta, l’attrice Helen Mirren ha vinto l’Oscar.

In queste ore, una grande folla si sta accalcando sia a Balmoral che sotto i cancelli di Buckingham palace e i messaggi di cordoglio stanno arrivando da tutto il mondo. Il lutto, però, è quello di una nazione intera e anche dei 54 stati del Commonwealth. Anche per i non monarchici, la regina Elisabetta ha rappresentato la stabilità di un sistema ed è stata la memoria storica di un paese.

La sua vita si riassume con la parola “servizio”, che è stata il suo voto quando è salita al trono e rimarrà la qualità con cui sarà ricordata. Con lei, se ne è andata una delle ultime personalità del Novecento e si apre una nuova stagione per la monarchia britannica, che dovrà dimostrare di saper sopravvivere alla sovrana più amata.

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