Il blogger russo oppositore di Vladimir Putin, Alexei Navalny, in carcere dal gennaio 2021, è apparso mercoledì mattina in videocollegamento in tribunale, per il processo che lo vede imputato di estremismo. Navalny ha, però, rivelato che la magistratura russa ha aperto nuove indagini su di lui, accusandolo di terrorismo. L’oppositore politico rischierebbe l’ergastolo.
L’attivista e oppositore russo, Alexei Navalny, in prigione dal gennaio 2021, ha detto che le autorità hanno aperto una nuova inchiesta per terrorismo nei suoi confronti. «Gli investigatori mi hanno detto che un nuovo caso è stato aperto separatamente contro di me e che verrò processato da una Corte militare» ha detto Navalny. L’oppositore di Vladimir Putin sta scontando una pena di nove anni per frode e oltraggio alla Corte, ma con questa nuova accusa Navalny ha detto che potrebbe rischiare l’ergastolo.
Le accuse di estremismo e terrorismo
Nella mattina di mercoledì Navalny ha partecipato in videocollegamento al processo per un’altra accusa, quella di estremismo, per cui rischia fino a trent’anni di reclusione. Navalny ha detto che prima dell’udienza un investigatore lo ha informato che la magistratura ha aperto nuove indagini a suo carico per l’accusa di terrorismo. Navalny ha commentato la notizia: «Cioè mentre sono in prigione commetterei atti di terrorismo. E il caso verrà esaminato da una Corte militare. Quindi sono sotto la minaccia di una condanna all'ergastolo».
Il sospetto di recente avvelenamento
Di recente, gli avvocati di Navalny avevano ipotizzato che le autorità carcerarie stessero avvelenando lentamente il loro cliente.
Nella notte dello scorso 14 aprile, infatti, era stata chiamata un’ambulanza in carcere, perché Navalny aveva avvertito un forte dolore allo stomaco.
Dall’inizio di quest’anno legislatori e medici russi hanno firmato una petizione affinché gli venissero assicurate cure mediche adeguate.
L’oppositore politico è detenuto nella colonia penale di massima sicurezza IK-6 a Melekhovo.
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