La presidenza ceca del Consiglio Ue ha deciso di convocare un altro Consiglio Energia straordinario all’inizio di dicembre, molto probabilmente il 13, riferiscono fonti Ue.

Per allora, scrive il Financial Times, i 27 puntano ad arrivare a dei piani condivisi per l'acquisto congiunto di gas e ad approvare la condivisione di emergenza delle forniture di gas prima di Natale.

Attualmente però il rinvio dipende da un mancato accordo: un gruppo di paesi dell'UE, tra cui Belgio e Spagna, ha dichiarato che avrebbe posto il veto a tutte le proposte a meno che non fosse stato concordato un limite al prezzo del gas. Il gruppo è abbastanza grande da creare una minoranza di blocco secondo le regole di voto dell'Ue.

Un diplomatico Ue, scrive il quotidiano economico, ha raccontato che sulle altre misure i lavori sono andati meglio, ma non ci sarà nessuna approvazione «fino a quando tutto non sarà concordato».

L'obiettivo dell'incontro aggiuntivo è cercare di raggiungere un accordo sul meccanismo di un prezzo massimo del gas prima del vertice dei leader europei del 15 dicembre, anche se non è ancora chiaro come questo sarà raggiunto.

Le discussioni su come e se introdurre un limite ai prezzi del gas si sono fatte sempre più accese nelle ultime settimane, con divisioni che emergono tra paesi che vogliono porre un limite rigoroso a tutte le transazioni di gas all'ingrosso e altri, come Germania e Paesi Bassi, che hanno affermato ciò minaccia la sicurezza delle forniture di gas in arrivo nel blocco.

Martedì la Commissione europea ha proposto un limite ai prezzi del gas di 275 euro per megawattora qualora il prezzo andasse oltre per due settimane consecutive con una differenza di almeno 58 euro col prezzo del gas liquefatto, per almeno 10 giorni. Un finto cap: il piano è stato criticato da ministri e analisti che hanno affermato che non sarebbe stato applicato nemmeno quando i prezzi avrebbero toccato i massimi storici ad agosto. I prezzi all'ingrosso del gas sono saliti a livelli record superiori a 300 euro al MWh durante l'estate, dopo che la Russia ha tagliato le forniture attraverso una delle sue rotte maggiori verso l'Europa occidentale, la linea Nord Stream 1 verso la Germania. Il prezzo è poi sceso nuovamente grazie alle temperature ancora alte e agli stoccaggi quasi pieni.

Il problema tornerà in inverno. Vladimir Putin ha già minacciato di bloccare i flussi che passano dall’Ucraina, e mentre arriva il freddo è certo che verrà utilizzato a breve anche il gas accumulato con gli stoccaggi. I quantitativi non basterebbe per andare con tranquillità oltre a marzo e se le forniture dalla Russia venissero interrotte, l’Europa non riuscirebbe a far fronte ai bisogni dell’inverno del 2023 e potrebbe avere problemi già prima.

L’Italia

Anche l’Italia non ha apprezzato la soluzione proposta. «Così com’è non è quello che ci aspettavamo», ha detto il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, in una intervista a La Repubblica. «Con i colleghi europei siamo d’accordo che dobbiamo valutare la proposta in dettaglio. Ma così come è trapelata lunedì ci lascia insoddisfatti. Occorrono dei correttivi». Il tetto così alto, ha spiegato, potrebbe trasformarsi in uno stimolo alla speculazione, in una spinta verso l’alto del prezzo.

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che questa mattina è intervenuta all’assemblea dell’Anci, ha detto che senza una mossa dell’Europa, non è detto che l’Italia riesca a fare fronte alla crisi energetica: «Abbiamo la spada di Damocle dell'Energia, che drena gran parte delle risorse. Se non interverrà la commissione europea, sarà difficile far fronte a questa emergenza».

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