«L’Ue condanna l’attacco dell’Iran contro Israele», ha scritto su X il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, chiedendo però «a tutte le parti di esercitare la massima moderazione», ed «evitare un’escalation». Il Consiglio europeo, continua Michel, si impegna «per porre fine alla crisi a Gaza», anche attraverso «l’immediato cessate il fuoco» e il «rilascio incondizionato degli ostaggi a Gaza». 

Un attacco israeliano ha ucciso almeno sette persone a Rafah, la città a sud della Striscia, tre sono bambini, secondo quanto riporta l’agenzia palestinese Wafa. In giornata è attesa la riunione ministeriale del Consiglio di sicurezza Onu per Gaza.

PUNTI CHIAVE

08:27

Il Qatar minaccia il ritiro dai negoziati

07:30

L'attacco su Rafah nella notte ha ucciso 7 persone

07:00

Charles Michel chiede un cessate il fuoco immediato

18:04

L'uccisione dei figli di Haniyeh ha causato lo stallo nei negoziati

L'uccisione la scorsa settimana di tre figli e quattro nipoti del leader dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, in un bombardamento israeliano a Gaza ha contribuito allo stallo attuale dei negoziati. A riferirlo è un alto funzionario arabo al Times of Israel. Il raid israeliano è arrivato nel momento più delicato per i negoziati, prima che Hamas dovesse fornire la sua risposta all'ultima proposta avanzata dai mediatori di Stati Uniti, Qatar ed Egitto.

16:45

Nuove sanzioni contro l'Iran

"Oggi abbiamo sanzionato i capobanda delle forze militari iraniane e le forze responsabili dell'attacco dello scorso weekend". Così il premier britannico, Rishi Sunak, ha annunciato le nuove sanzioni britanniche, adottate insieme agli Usa, contro l'Iran "per mostrare l'inequivocabile condanna a questo comportamento e limitare ulteriormente la capacitò dell'Iran di destabilizzare la regione". Le nuove sanzioni colpiscono sette individui e sei entità "che hanno permesso all'Iran di condurre l'attività di destabilizzazione regionale, compreso l'attacco diretto ad Israele", si legge in un comunicato del governo britannico che ricorda come queste si aggiungono alle oltre 400 misure già imposte da Londra. "In un pacchetto coordinato con gli Usa, importanti figure dell'esercito iraniano sono sanzionate in risposta all'attacco pericoloso contro Israele del 14 aprile - continua il comunicato - il Regno Unito e gli Stati Uniti hanno anche annunciato una serie di sanzioni per stringere la morsa su una serie di attori chiave dell'industria di droni e missili iraniana e limitare ulteriormente la capacità dell'Iran di destabilizzare la regione". 

16:07

Per Guterres si rischia un conflitto su vasca scala in Medio Oriente

 Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ha avvertito che il Medio Oriente è sull'orlo di un "conflitto regionale su vasta scala", alla luce delle crescenti tensioni sulla guerra a Gaza e sull'attacco dell'Iran a Israele. Per il capo del Palazzo di Vetro, l'offensiva militare israeliana contro Hamas nella Striscia, dopo l'attacco senza precedenti del 7 ottobre, ha creato un "inferno umanitario" per i civili palestinesi

15:15

Quasi 34mila vittime a Gaza dal 7 ottobre scorso

 Almeno 33.970 palestinesi sono stati uccisi e 76.770 feriti nell'offensiva militare israeliana su Gaza dal 7 ottobre. Lo ha reso noto il ministero della Sanità di Gaza controllato da Hamas. Si tratta di 71 morti in più rispetto al precedente bilancio.

13:39

Google licenzia 28 dipendenti per aver protestato contro il progetto Nimbus con Israele

Google ha dichiarato di aver licenziato 28 dipendenti in seguito alla loro partecipazione alla protesta contro la sigla di un contratto cloud tra l'azienda e il governo israeliano, riporta Reuters. L'unità di Alphabet ha dichiarato che un gruppetto di manifestanti è entrato e ha interrotto il lavoro in alcuni uffici non meglio specificati.

In un comunicato l'azienda ha ribadito: «Impedire fisicamente il lavoro di altri dipendenti e impedire loro di entrare nelle nostre strutture è una chiara violazione delle nostre policy, un comportamento inaccettabile».

Secondo Reuters, Google ha condotto e concluso indagini individuali che hanno portato al licenziamento dei 28 dipendenti e continuerà a investigare e prendere provvedimenti se necessario. Il comitato No Tech for Apartheid campaign ha definito il provvedimento dell'azienda un «atto palese di ritorsione» e ha dichiarato che anche altri impiegati non coinvolti nella manifestazione avvenuta martedì sono stati licenziati. Nel comunicato si legge: «I dipendenti di Google devono avere il diritto di protestare pacificamente su termini e condizioni del nostro lavoro».

La parte in protesta afferma che il progetto Nimbus, un contratto da 1,2 miliardi di dollari assegnato a Google e Amazon nel 2021 per fornire i servizi cloud al governo israeliano, supporta lo sviluppo degli armamenti israeliani. Nella sua dichiarazione, Google ha sostenuto che Nimbus «non è direttamente rilevante per compiti altamente sensibili, classificati o militari riguardanti gli armamenti o i servizi di intelligence».

12:22

Il capo della diplomazia Ue Borrell avverte che siamo «a un passo da una guerra regionale in Medio Oriente»

Secondo un report dell'Associated Press, l'alto commissario per la politica estera dell'Unione europea Josep Borrel ha affermato che le sanzioni europee attualmente in vigore contro l'Iran saranno rafforzate ed estese al fine di punire Teheran per i suoi attacchi contro Israele e prevenire quelli futuri. Ma allo stesso tempo, ha aggiunto, Israele deve usare la moderazione.

«Non vorrei esagerare ma ci troviamo a un passo dalla guerra, un conflitto regionale nel Medio Oriente, che avrebbe ripercussioni nel resto del mondo e in particolare in Europa», ha avvertito Borrell, «quindi fermiamola».

Mercoledì i leader europei che si sono incontrati a Brussels si sono impegnati ad accrescere le sanzioni all'Iran per colpire i rifornimenti di droni e missili ai vicini di Gaza, Yemen e Libano.

11:38

La ministra degli Esteri tedesca Baerbock dal G7 afferma: «È necessaria una risposta all'attacco iraniano»

La ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, riferisce di aver discusso dell'attacco iraniano contro Israele con le sue controparti al G7 di Capri e stanno valutando «anche ulteriori misure, perché deve esserci una risposta per questo incidente senza precedenti».

La ministra inoltre aggiunge: «Non devono esserci ulteriori escalation nella regione, sarebbero fatali per le popolazioni».

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz mercoledì ha ribadito l'importanza per Israele di «non rispondere con un attacco di larga scala».

10:51

Commissario Unrwa: «Racconti strazianti degli operatori umanitari detenuti da Israele»

Il commissario generale dell'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), Philippe Lazzarini, ha riferito durante il Consiglio di sicurezza che «il personale Unrwa detenuto dalle forze di sicurezza israeliane» ha «condiviso racconti strazianti di maltrattamenti e torture durante la detenzione».

Lazzarini ha richiesto «una investigazione indipendente e assunzione di responsabilità e per la spudorata inosservanza dello status protetto degli operatori umanitari, del loro lavoro e delle loro strutture».

Il commissario generale ha aggiunto: «Non farlo creerebbe un precedente pericoloso e comprometterebbe le operazioni volontarie in tutto il mondo».

09:59

Borrell: «Non attaccare Rafah, sarebbe catastrofe»

Da Capri, dove è in corso il G7 dei ministri degli Esteri, arriva l'appello arriva dell'Alto rappresentante per la politica estera europea, Josep Borrell: «Non attaccate Rafah, sarebbe una catastrofe». Il capo della diplomazia europea ha continuato: «A Rafah ci sono 1,7 milioni di persone nelle strade senza alcuna possibilità di difendersi e scappare. Dobbiamo sostenere Israele (e abbiamo dimostrato che lo facciamo non solo a parole, visto che durante l'attacco iraniano i missili e i droni sono stati abbattuti grazie alle capacità militare di Usa, Francia e Gran Bretagna), ma dobbiamo tenere a mente che dobbiamo risolvere il problema israelo-palestinese tenendo conto anche dei diritti dei palestinesi», ha concluso.

08:50

Media israeliani, per gli Usa ok sull'attacco a Rafah per evitare una risposta all'Iran

Secondo la stampa israeliana, gli Stati Uniti avrebbero deciso di permettere un attacco di Israele su Rafah in cambio di un impegno del governo di Benjamin Netanyahu a non rispondere su larga scala all'Iran, producendo un allargamento imprevedibile del conflitto in Medio Oriente. Lo riferiscono i media israeliani che riprendono la stampa qatarina, le cui fonti sono egiziane: «L'amministrazione americana ha mostrato di accettare il piano precedentemente presentato dal governo occupante riguardo all'operazione militare a Rafah, in cambio del rifiuto di effettuare un attacco su larga scala contro l'Iran», ha detto una fonte anonima ad Al-Araby Al-Jadeed. 

08:27

Il Qatar minaccia il ritiro dai negoziati

Il Qatar respinge le accuse, soprattutto di Israele, di ostacolare il negoziato per un cessate il fuoco a Gaza e sta valutando di ritirarsi dal suo ruolo di mediatore nei colloqui tra Israele e Hamas. Lo riporta la stampa israeliana. Mohammed Al Thani, primo ministro del Qatar, scrive Yedioth Ahronoth, ha detto che il suo paese sta «riconsiderando» il suo ruolo di mediatore tra Israele e Hamas nei negoziati per un accordo per il rilascio dei 133 ostaggi israeliani detenuti da Hamas nella Striscia di Gaza, perché il suo ruolo «è stato strumentalizzato da alcuni politici per i loro interessi privati».

Le accuse si riferivano probabilmente al governo israeliano e, più precisamente, al premier Benjamin Netanyahu e al ministro dell'Economia Nir Barkat, che accusa Doha di finanziare Hamas.

Al contrario il Qatar sostiene che il finanziamento del gruppo sia stato voluto proprio da Netanyahu. Hamas, invece, attribuisce il ritardo dei negoziati agli Stati Uniti che «hanno adottato pienamente la posizione israeliana». Mentre Israele pensa che gli Usa non stiano facendo sufficienti pressioni sul mediatore. Gli ostacoli che hanno impedito finora un accordo tra Israele e Hamas sono il rifiuto di Tel Aviv di impegnarsi a un cessate il fuoco permanente e il piano per riportare gli abitanti di Gaza nel nord della Striscia, su cui non si trova un compromesso.

08:08

I silenzi di Netanyahu sull’Iran

Forse Netanyahu tace sull’Iran perché sa che, se dovesse rispondere militarmente a Teheran colpendo dei suoi proxy, dovrebbe nel contempo frenare sull’assalto a Rafah nel sud della Striscia, il suo mantra degli ultimi sei mesi.

Il paradosso è che Netanyahu ha sul piatto la possibilità di mettere fuori gioco diplomaticamente il regime khomeinista che combatte da anni, ma non osa disvelarlo perché teme la reazione di Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich, i due ministri radicali del suo governo, che guardano molto più vicino, alla Striscia di Gaza e alla West Bank con l’appetito dei coloni che rappresentano e non hanno lo sguardo lungo e strategico per arrivare fino a Teheran e alla possibilità di trovare nuovi equilibri che coinvolgano i sauditi, i giordani e gli Emiri del Golfo in una “Nato” mediorientale di contenimento del regime iraniano. Vittorio Da Rold

07:45

G7, stretto coordinamento sull'Iran

«Ribadiamo la condanna all'attacco senza precedenti contro Israele da parte dell'Iran. Assicureremo il massimo coordinamento su ogni futura misura che riduca la capacità dell'Iran di acquisire, produrre o trasferire armi». Lo dichiara il G7 dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali, che si dice «preoccupato per la crisi a Gaza dopo l'attacco terroristico di Hamas contro Israele del 7 ottobre. Continueremo a lavorare per consegnare più aiuti umanitari ai palestinesi».

07:30

L'attacco su Rafah nella notte ha ucciso 7 persone

Sono stati uccisi sette civili palestinesi, tra cui una donna e tre bambini, nell'attacco di ieri sera in un raid israeliano contro un sito e una struttura residenziale nella città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, al confine con l'Egitto. Lo riferisce l'agenzia di stampa palestinese Wafa, secondo cui l'immobile residenziale ospitava sfollati. 

07:00

Charles Michel chiede un cessate il fuoco immediato

«L'Unione europea condanna l'attacco dell'Iran contro Israele», ha scritto su X il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, sottolineando che «tutti gli sforzi devono essere fatti per contribuire a portare stabilità nella regione ed evitare un'escalation». Il Consiglio chiede inoltre «a tutte le parti di esercitare la massima moderazione» e «si impegna a collaborare con i partner per porre fine alla crisi a Gaza, anche attraverso: l'immediato cessate il fuoco il rilascio incondizionato degli ostaggi la garanzia di un accesso illimitato agli aiuti umanitari».

Concetti ripetuti anche nel punto stampa al termine del Consiglio europeo straordinario in corso in questi giorni. «Abbiamo deciso di introdurre sanzioni contro l'Iran, un chiaro segnale che vogliamo mandare», ha precisato Michel, e vogliamo fare di tutto per proteggere i civili: «La vita di ogni civile conta». 

 

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