I Paesi Bassi hanno sospeso la confisca alla Cina di Nexperia, colosso nella produzione dei semiconduttori di basso costo utilizzati massicciamente nella produzione degli elettrodomestici e nel settore delle automobili.

L’Olanda aveva a sorpresa confiscato una domenica a mercati fermi l’azienda di chip alla Cina «per motivi di sicurezza nazionale». «Alla luce dei recenti sviluppi, ritengo che sia il momento giusto per compiere un passo costruttivo», ha annunciato il ministro dell’economia olandese, Vincent Karremans, facendo riferimento a discussioni «costruttive» con Pechino, che ha subito reagito parlando di «primo passo nella giusta direzione».

Un settore chiave

Le autorità olandesi, con una decisione di tribunale motivata da presunta «cattiva gestione», avevano messo sotto tutela l’azienda di proprietà della cinese Wingtech il 30 settembre scorso, nel sospetto di un piano per il trasferimento di conoscenze tecnologiche verso la Cina in un settore chiave dello sviluppo economico.

La mossa difensiva degli olandesi, solitamente alfieri del libero mercato senza interventi statali, si inseriva nel quadro del confronto più ampio a livello tariffario e di predominio tecnologico in questo ambito in corso fra Cina e Stati Uniti e che recentemente ha trovato un accordo, seppur provvisorio, dopo un incontro diretto tra il capo della Casa Bianca, Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping.

Washington in precedenza aveva fatto pressioni sui Paesi Bassi perché adottassero anch’essi una linea dura con Pechino. Gli Stati Uniti avevano messo la società cinese Wingtech in una “black list” tra le società che possono essere considerate un rischio geopolitico in quest’ottica di difesa delle produzioni tecnologiche ad alto valore aggiunto.

La “nazionalizzazione” dello Stato olandese nei confronti della proprietà cinese di Nexperia, un tempo appartenente alla multinazionale olandese Philips, aveva provocato la forte reazione della casa madre, che il 4 ottobre aveva tagliato le riesportazioni dei propri prodotti verso la filiale europea. I processori prodotti soprattutto nello stabilimento di Amburgo in Germania vanno a loro volta a Dongguan per l’ultima fase della lavorazione, prima di tornare in Europa.

Lo stop cinese all’export in Europa dei chip finiti aveva frenato, a cascata, le forniture di Nexperia ai propri clienti, con pesanti conseguenze sull’industria automobilistica che utilizza questi chip e che rischiava la paralisi produttiva in un momento in cui subisce la sfrenata concorrenza di Pechino. Fra i clienti di Nexperia si annoverano Bosch, Volkswagen e Bmw. Per ogni modello di auto tradizionale occorrono 500 chip, mentre per i modelli elettrici ne servono almeno fino a mille per ciascun esemplare prodotto.

La vicenda dimostra come l’Olanda, la Germania e in ultima istanza ogni paese europeo fino all’Ue stessa siano sotto scacco cinese in molte catene di produzione, anche dopo la terribile esperienza vissuta con il Covid che aveva bloccato molte fabbriche europee. Non a caso la copertina dell’ultimo numero dell’Economist ritrae un maxi panda che cade sul tetto di un’auto tedesca sfondandola: un’immagine plastica della volontà cinese di bloccare e sconfiggere il dinamismo del settore automobilistico europeo e più in generale il destino della partnership europea con la Cina.

«Accolgo con favore la decisione dei Paesi Bassi, che rappresenta un altro passo fondamentale verso la stabilizzazione delle nostre catene di approvvigionamento strategiche di chip. Il coinvolgimento costruttivo e continuo dei partner rimane essenziale per garantire flussi globali affidabili. Rimango in stretto contatto con tutti i miei omologhi», ha scritto su X il commissario Ue al Commercio Maros Sefcovic. Segnale inequivocabile di resa di Bruxelles ai ricatti cinesi.

Il blocco dell’export di Pechino aveva creato gravi rallentamenti alla produzione olandese di Nexperia che dipende dall’impianto di Guangdong per la trasformazione dei wafer di silicio in chip finiti.

La crisi fra l’Aia e Pechino ha così generato un allarme nel settore auto europeo, preoccupato di subire una nuova crisi dei semiconduttori dopo quella del 2022. Pur non producendo semiconduttori avanzati, infatti, Nexperia è un fornitore importante per molti costruttori tra cui Volkswagen che dipendono dai chip del gruppo sino-olandese per la fabbricazione di componenti come airbag e finestrini. Crisi risolta, dunque, per ora, fino al prossimo braccio di ferro.

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