Mancano poche ore al via delle XXIV olimpiadi invernali, che si svolgeranno a Pechino da domani al 20 febbraio prossimo. La capitale cinese entrerà nella storia come l’unica città ad aver ospitato sia i Giochi estivi (nel 2008) sia quelli invernali.

Partiamo con un po’ di numeri:

  • Una è la mascotte ufficiale di “Beijing 2022”: si chiama Bing Dwen Dwen e raffigura un panda racchiuso in un guscio di ghiaccio;
  • Due sono i principali siti internet ufficiali di Pechino 2022, quello del Comitato internazionale olimpico (Cio), e quello del governo cinese (su questo sito si possono seguire notizie e approfondimenti sulle nazionali italiane);
  • Tre sono le aree dove si svolgeranno le gare: il centro di Pechino (con cerimonia inaugurale nello stadio “Bird’s Nest”); Yanqing, una stazione sciistica a nord della capitale nell’omonima contea, dove sorge la sezione di Badaling della Grande muraglia; e Zhangjiakou, città della provincia dello Hebei 160 chilometri a nord-ovest di Pechino;
  • 30-50 per cento è la presenza di pubblico rispetto alla capienza degli impianti che gli organizzatori sperano fino all’ultimo di poter garantire… Covid permettendo;
  • 90 sono i paesi in gara;
  • 107 sono le medaglie d’oro in palio in altrettante gare (sette in più rispetto a Pyeongchang 2018);
  • 2.900 sono gli atleti che si sfideranno.

I GIOCHI AI TEMPI DELLA PANDEMIA

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Corsie preferenziali riservate agli autobus dei team stranieri, per gli spostamenti dall’aeroporto alla “bolla” olimpica e tra le sedi delle gare; atleti e delegazioni blindati nei loro compound e “tamponati” quotidianamente; separazione totale tra gli sportivi e i loro staff, da un lato, e la popolazione cinese, dall’altro.

Il governo di Pechino rivendica quelle che all’estero sono giudicate misure “draconiane”, “eccessive”, ma che sono le stesse che hanno permesso alla Cina (dove, ufficialmente, il Sars-CoV-2 ha ucciso 4.636 persone) di superare la pandemia prima degli altri paesi e di far ripartire la sua economia con un anno d’anticipo sulle concorrenti.

Ora la propaganda sottolinea che Pechino 2022 si svolgerà secondo programma, a differenza di Tokyo 2020, posticipata di un anno a causa della pandemia… e il successo sarà presentato come doppio se a spettatori cinesi (selezionati) e stranieri (residenti a Pechino) sarà effettivamente permesso di “affollare” gli spalti. Sulla vittoria nella “guerra popolare contro il coronavirus” Xi Jinping e compagni hanno costruito una narrazione che ha rafforzato il Partito comunista all’interno del paese.

LA SITUAZIONE DEL VIRUS

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Gli ultimi dati segnalano, il 1° febbraio, 15 casi riscontrati all’aeroporto e 17 all’interno della “bolla” olimpica. Finora sono 232 i positivi identificati tra atleti, delegazioni e giornalisti stranieri. Undici i sintomatici ospedalizzati, nessuno dei quali in gravi condizioni.

Al di fuori del villaggio olimpico, i casi sintomatici registrati negli ultimi giorni sono alcune decine, circa 200 dal 23 gennaio scorso, quando si è acceso il focolaio nella capitale. Come al solito, anche pochi casi hanno comportato la chiusura di interi condomini, con gli abitanti tamponati quotidianamente e impossibilitati a uscire di casa fino a nuovo ordine.

NEL MARCHIO DI EILEEN GU

@Austin Colbert/The Aspen Times

Tra le star più attese sulle piste spicca Eileen Gu (Gu Ailing in mandarino) la diciottenne che nel 2019 ha rinunciato alla cittadinanza degli Stati Uniti (dove vive e si allena) per ottenere quella della Repubblica popolare cinese.

Ailing-Eileen punta a tre ori (nelle specialità “slopestyle”, “big air”, e “halfpipe” dello sci freestyle) ed è seguitissima sia su Weibo (il Twitter cinese, dove ha 1,3 milioni di follower), sia su Instagram (dove può contare su 250mila fan).

Ailing-Eileen è nello stesso tempo una baby campionessa e una Chiara Ferragni sino-statunitense in erba. Come testimonia questo video, negli ultimi giorni ha trasformato la sua stanza d’albergo in una passerella, per promuovere Anta, sponsor di queste olimpiadi e principale marchio cinese di abbigliamento sportivo assieme a Li-Ning.

Da qualche anno ormai, i brand occidentali sono diventati meno popolari tra i giovani cinesi, che – sia perché la qualità dei prodotti locali è migliorata, sia per patriottismo – preferiscono allenarsi e gareggiare indossando il “made in China”. Nella prima metà del 2021 Anta ha registrato un fatturato di 3,52 miliardi di dollari (+55,5 per cento) e Li-Ning di 1,57 miliardi di dollari (+65 per cento).

«300 MILIONI DI CINESI SUGLI SCI»

(AP Photo/Ng Han Guan)

Quello degli sport invernali rimane però un mercato ancora in parte inesplorato, tanto che uno degli obiettivi di Pechino 2022 è quello di avvicinarvi 300 milioni di cinesi: 300 milioni di consumatori che acquisteranno abbigliamento e attrezzature sportive invernali, per la gioia delle aziende (molte delle quali nordeuropee) che con le joint-venture strette con compagnie locali potranno entrare in un mercato che nel 2025 dovrebbe valere 157 miliardi di dollari.

Un programma in linea con la politica economica del “benessere condiviso” (gòngtóng fùyù) che punta sulla crescita dei consumi interni e una distribuzione della ricchezza più equa. Per sci, snowboard, bob e quant’altro, il governo ha annunciato agevolazioni per i meno abbienti, mentre i costi delle prossime due settimane di gare sono stati tagliati utilizzando in parte strutture costruite per le olimpiadi del 2008, come l’iconico stadio “Bird’s nest” (disegnato dal dissidente Ai Weiwei) e il centro acquatico nazionale “Water Cube”, riconvertito in “Ice Cube”.

CHI BOICOTTA E CHI NO

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Stati Uniti, Regno Unito, Australia e Canada hanno annunciato ufficialmente nei mesi scorsi il boicottaggio diplomatico di Pechino 2022: questi paesi non invieranno funzionari governativi al seguito delle loro squadre nazionali (che gareggeranno regolarmente) per protestare contro le violazioni dei diritti umani nel Xinjiang, in Tibet nella Mongolia interna e a Hong Kong.

Diversi sono i paesi che – un po’ pilatescamente – non hanno appoggiato ufficialmente il boicottaggio diplomatico, ma non manderanno a Pechino rappresentanti governativi.

L’Italia – sede delle olimpiadi invernali “Milano Cortina 2026” – ha inviato a Pechino una quarantina di persone (separata dalla delegazione degli atleti) per osservare l’organizzazione cinese in vista del prossimo appuntamento olimpico italiano. L’agenzia di stato Xinhua ha lodato la cooperazione Italia-Cina. A Pechino è atteso anche il sindaco di Milano, Beppe Sala, che dovrebbe partecipare alla tradizionale cerimonia del passaggio della bandiera da una sede olimpica a quella successiva.

C’è inoltre un “terzo fronte” di “uomini forti” che saranno a Pechino in rappresentanza di vecchie e nuove potenze regionali di un mondo che negli ultimi anni è diventato sempre più multipolare: il presidente russo, Vladimir Putin; il presidente egiziano, il generale golpista al-Sisi; il principe saudita Mohammed bin Salman; l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani; il presidente del Kazakistan Kassym-Jomart Tokayev, tra gli altri.

Il ruolo sempre più rilevante della Cina nel commercio e nell’economia globale farà sì che parallelamente agli eventi sportivi, si svolgeranno importanti incontri diplomatici. Il Cremlino ha fatto sapere che domani Putin e Xi Jinping ceneranno assieme, per discutere di importanti accordi finanziari e sul gas (ci sarebbe il progetto per la costruzione di un gasdotto dalla Russia alla Cina). Il presidente ecuadoriano, l’ex banchiere Guillermo Lasso, è atteso da Xi Jinping al quale presenterà un proposta per rinegoziare il debito contratto con la Cina dal paese sudamericano (oltre 5 miliardi di dollari in scadenza nei prossimi tre anni).

Insomma lo show, e gli affari, possono cominciare.

Consigli di lettura della settimana:

Per questa settimana è tutto. Per osservazioni, critiche e suggerimenti potete scrivermi a: exdir@cscc.it

Weilai vi augura buon anno della Tigre (iniziato il 1° febbraio), vi invita a seguire il futuro della Cina su Domani, e vi dà appuntamento a giovedì prossimo.

A presto!

Michelangelo Cocco @classcharacters

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