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Per quasi due decenni, a cavallo del nuovo millennio, l’ordine internazionale è stato caratterizzato dalla globalizzazione.
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Ben presto, tuttavia, l’imporsi del mercato globale ha dimostrato di mancare un obiettivo primario, mostrandosi incapace di promuovere una più equa ripartizione della ricchezza, creando profonde disuguaglianze, non solo tra gli stati ma anche tra gli individui.
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Tra le alternative per il nuovo ordine, si collocherebbe una terza opzione, più mite, nella quale le Nazioni unite, in un sostanziale mantenimento dell’architettura internazionale, sarebbero chiamate ad assumere un ruolo centrale nelle relazioni internazionali. Il testo fa parte del nuovo numero di Scenari: “Globalizzazione in frantumi”, in edicola e in digitale dal 29 luglio.
Per quasi due decenni, a cavallo del nuovo millennio, l’ordine internazionale è stato caratterizzato dalla globalizzazione. Un fenomeno che ha implicato un progressivo superamento delle frontiere nazionali nei settori dell’economia, del commercio e della finanza, lo sviluppo delle comunicazioni e delle tecnologie, ma anche un processo attraverso il quale gli stati nazionali e la loro sovranità sono stati condizionati e connessi trasversalmente da attori transnazionali, dalle loro chance di pote



