L'attentato di poche ore fa in una moschea sunnita di Peshawar con un pesantissimo bilancio di vittime che ora per ora si aggrava, getta una luce funesta su un paese in cui la crisi economica, alluvioni e siccità, stanno provocando un enorme problema sociale. Il Pakistan con una demografia crescente è uno dei più densamente popolati al mondo.

Nato nel 1947 con la “partition” tra musulmani e hindu, decisa dagli inglesi e dagli indiani, subito dopo l’indipendenza e sulle ceneri dell’ex Colonia britannica indiana del Raj, il neonato paese, inizialmente chiamato Pakistan dell'ovest (per distinguerlo dal Pakistan dell'est che successivamente fu denominato Bangladesh) non ha mai forse conosciuto una fase economicamente più drammatica.

Il costo dell’energia e di tutte le materie prime, comprese quelle alimentari, dalle cui importazioni dipende largamente sta infliggendo gravi conseguenze alla popolazione rurale e urbana, concentrata in vasti slum nelle periferie di Karachi, Islamabad, Rawalpindi.

Potenza Nucleare e Terrorismo

Il nuovo attentato, che colpisce una moschea sunnita si aggiunge a quello contro una moschea sciita, che già recentemente l'Isis Korassan aveva rivendicato, proprio nella regione di Peshawar e apre un nuovo fronte nella grave situazione di instabilità del paese.

Il Pakistan, potenza nucleare dai piedi di argilla con una popolazione di oltre 230 milioni di abitanti, poteva ragionevolmente sperare di approfittare della fine delle ostilità In Afghanistan, dopo che il nuovo regime dei talebani, aveva dimostrato da subito il proprio interesse a stabilire rapporti amichevoli con il confinante Pakistan allo scopo di stabilizzare la propria economia.

In realtà dopo le recenti trattative del 2018-2021 tra governo Usa-Talebani a Doha, periodo nel quale gruppo di talebani pakistani Tehreek-e-Taliban Pakistan (altrimenti noto come Ttp) aveva sospeso le ostilità per favorire il dialogo, nel giugno scorso, i talebani pakistani avevano annunciato la fine della tregua accusando il governo pakistano di non aver rispettato il cessate il fuoco.

Il Ttp è un gruppo distinto dai talebani afgani ma guidato formalmente dalla stessa ideologia, fu creato da jihadisti pakistani alleati di al Qaeda che avevano combattuto in Afghanistan negli anni '90. Dalla sua nascita nel 2007 il Ttp si è reso responsabile di decine di migliaia di civili pakistani e membri delle forze di sicurezza. Il gruppo che era riuscito a espandersi tra il 2007 e il 2009 prendendo la valle dello Swat, distante solo 140 chilometri dalla capitale Islamabad. Il capo talebano della valle si rese protagonista dell’ormai celebre attentato alla giovane Malala Yosufzai, chiudendo le scuole e imponendo una versione ultra-radicale dell'islam.

Solo nel 2022 dopo la rottura della tregua, ci sono stati quasi mille vittime di attentati terroristici, per quasi un terzo popolazione civile, un dato appunto che riapre le ferite degli anni più drammatici in cui la presenza di milizie talebane fuggite dall'Afghanistan, aveva insanguinato il paese con una lunga serie di attentati, allo scopo di guadagnare la protezione da parte del governo pakistano, i cui servizi segreti il famigerato Isi da sempre ha usato i talebani per favorire la propria influenza nella regione.

Una politica di massima instabilità

Alla grave situazione economica e le rinnovate drammatiche tensioni con i gruppi armati fondamentalistici, si aggiunge l’instabilità di un sistema politico in cui i conflitti rischiano di esacerbare ulteriormente la situazione.

Nel novembre scorso il tentato attentato contro l'ex primo ministro Imran Khan durante un suo comizio elettorale causò almeno un morto e sette feriti. Il singolo attentatore disse di aver agito perché “inganna la gente”, ma proprio ieri Imran Khan è sfuggito per poco alla sparatoria, ha esplicitamente accusato l'attuale governo in carica di aver finanziato un gruppo terroristico per eseguire il tentato omicidio.

Un paese al limite della bancarotta

La notizia dell’attentato ha fatto sprofondare ieri la Borsa ai minimi storici con la rupia che si cambia a 275 contro un dollaro, il peggior dato nella recente storia. Nel frattempo gli occhi sono puntati sulla possibilità di riaprire i negoziati con il Fondo monetario internazionale per far ripartire il programma di prestito in corso, che comunque si concluderebbe entro il prossimo giugno.

L’inflazione che ha superato il 20 per cento, la crisi politica e l’instabilità generale è acuita dalla constatazione che le riserve pakistane di valuta di circa 3 miliardi e mezzo, stante la situazione consentirebbero solo tre settimane delle necessarie importazioni di energia e cibo da cui dipende.

La nuova miccia sotto la polveriera della potenza nucleare pakistana è accesa.

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