Prevost ai cardinali: «Leone XIII affrontò la rivoluzione industriale, ora c’è quella digitale». Nel pomeriggio la prima visita al santuario della Madonna del Buon Consiglio a Genazzano. La preghiera alla tomba di Francesco
Un’eredità del passato per aiutare a decifrare le difficoltà del presente. E uno sguardo al futuro nel solco della strada tracciata da papa Francesco. Il mandato politico e religioso di papa Leone XIV è racchiuso nel nome scelto.
A due giorni dalla sua elezione, Robert Francis Prevost ha spiegato ai cardinali del Sacro collegio, riuniti nel primo incontro non liturgico, la ragione principale del nome papale, ispirato a Leone XIII che «con la storica Enciclica Rerum Novarum, affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale».
E quindi, sottolinea Prevost, «oggi la chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro».
Chiesa e Ia
È stato lo stesso Bergoglio a porre l’attenzione della chiesa nella mitigazione dei rischi legati a una diffusione incontrollata dell’intelligenza artificiale. Per ultimo lo fece lo scorso gennaio in occasione del vertice di Davos, sottolineando in un messaggio la necessità di una «valutazione approfondita» e di una «vigilanza» costante affinché l’Ia non esacerbasse le disuguaglianze economiche e sociali.
Francesco aveva sollevato anche preoccupazioni legate alla diffusione di fake news e la pericolosità del deep fake. Nel 2020 è stato pubblicato il documento Rome call for AI ethics, promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita con realtà del mondo tecnologico. Un testo che promuove uno sviluppo etico, sostenibile, trasparente e responsabile della tecnologia.
Leone XIV ha quindi voluto rimarcare l’importanza dell’intelligenza artificiale e ha sottolineato la scelta di proseguire sul solco tracciato da Bergoglio.
Ai cardinali ha voluto rimarcare le direttrici che guideranno il suo pontificato: «La verità, la giustizia, la pace e la fraternità». Tutto questo rinnovando «la piena adesione» alla «via che ormai da decenni la chiesa universale sta percorrendo sulla scia del Concilio Vaticano II», ha detto Prevost. E di cui «papa Francesco ne ha richiamato e attualizzato magistralmente i contenuti nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium».
Leone XIV ha voluto quindi sottolineare alcune istanze fondamentali: «Il ritorno al primato di Cristo nell’annuncio»; «la conversione missionaria di tutta la comunità cristiana»; «la crescita nella collegialità e nella sinodalità»; «l’attenzione al sensus fidei, specialmente nelle sue forme più proprie e inclusive, come la pietà popolare»; «la cura amorevole degli ultimi e degli scartati»; «il dialogo coraggioso e fiducioso con il mondo contemporaneo nelle sue varie componenti e realtà».
Ricordando Bergoglio, Leone XIV ne ha elogiato lo «stile di piena dedizione nel servizio e sobria essenzialità nella vita, di abbandono in Dio nel tempo della missione e di serena fiducia nel momento del ritorno alla Casa del Padre».
In questo nuovo cammino della chiesa, Leone XIV ha chiesto ai cardinali di sostenerlo «nell’accettare un giogo chiaramente di gran lunga superiore alle mie forze, come a quelle di chiunque». Appello raccolto nell’immediato. «Desidero, facendomi voce di tutti i cardinali, assicurarle la nostra vicinanza, soprattutto assicurarle la nostra fedeltà, il nostro desiderio di collaborare; collaborare perché, come lei ha detto ieri, la Chiesa sia “arca di salvezza” e anche “faro” nel buio della notte», ha detto infatti ieri il Decano del collegio cardinalizio, Giovanni Battista Re.
Dopo giorni di silenzio seguiti alla sua decisione di non partecipare al conclave, il cardinale Angelo Becciu è intervenuto sulla scelta del nuovo papa. «È stato un momento molto emozionante. L’ho abbracciato, mi sono unito alla gioia di tutti», ha detto il porporato sardo.
La visita a sorpresa
Dopo l’incontro con i cardinali, Leone XIV è andato a sorpresa al santuario della Madonna del Buon Consiglio a Genazzano, alle porte della capitale. La prima visita da papa è stata quindi dedicata a un santuario degli agostiniani, dove Prevost, che di quell’ordine è stato priore generale, era già stato lo scorso anno da cardinale.
Lui stesso nel primo discorso ai fedeli dopo la fumata bianca aveva rimarcato la sua devozione a Sant’Agostino esplicitata anche nel motto scelto: «In Illo unum uno (Nell’unico Cristo siamo uno, ndr.)», preso dagli scritti del santo dottore della chiesa. Al rientro dalla visita un omaggio di Leone XIV a Bergoglio, quando è entrato nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma e ha pregato sulla tomba di Francesco.
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