Con 494 voti favorevoli, 58 contrari e 44 astensioni il parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza la risoluzione congiunta presentata dai popolari del Ppe, dai liberali di Renew Europe e dal gruppo Ecr per riconoscere la Russia come «stato sponsor del terrorismo». Si tratta di un voto non vincolante per gli stati membri ma di ferma condanna all’invasione russa dell’ucraina avvenuta esattamente nove mesi fa.

La Russia è «un regime terroristico in conseguenza della sua deliberata distruzione fisica delle infrastrutture civili e dell’omicidio di massa di civili ucraini con l’obiettivo di eliminare il popolo ucraino», si legge nel testo approvato. Gli europarlamentari hanno esortato i paesi membri ad adottare risoluzioni simili «con tutte le conseguenze negative che ciò comporta» e hanno chiesto anche l’esclusione della Russia dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, dove siede in uno dei seggi permanenti. Già alcuni stati tra cui Repubblica Ceca, Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania hanno adottato la stessa designazione nei loro ordinamenti interni prima della risoluzione parlamentare.

Immediata la risposta del Cremlino. «Propongo di riconoscere il parlamento europeo come sponsor dell'idiozia», ha scritto su Telegram la portavoce del ministro degli Esteri russo, Maria Zakharova. Si dice soddisfatto invece il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: «La Russia deve essere isolata a tutti i livelli e ritenuta responsabile per porre fine alla sua politica di terrorismo di lunga data in Ucraina e in tutto il mondo».

Dopo l’approvazione della risoluzione Jaume Duch, portavoce del parlamento europeo, ha detto che il sito web istituzionale è stato interrotto a causa di un cyber attacco di tipo Ddos. Ma non ci sono ancora elementi per capire chi sia l’autore dell’azione.

La motivazione

Il testo della risoluzione però, non considera solo le azioni russe in Ucraina ma stila un elenco di atti ritenuti terroristici compiuti da Mosca. Tra questi c’è anche la fornitura di armi al leader siriano Bashar al-Assad e gli attacchi contro i civili nel paese arabo in perenne conflitto dal 2011 a oggi e l’abbattimento del volo MH17 sull’Ucraina orientale nel 2014, dove sono morte 298 persone. 

Secondo gli eurodeputati la risoluzione consentirebbe di ampliare le sanzioni di Bruxelles contro la Russia in maniera più semplice e rapida. Anche se da quando Mosca ha annesso in maniera unilaterale la Crimea nel 2014, sono 1.241 le persone russe e 118 le organizzazioni che sono state sanzionate dall’Unione europea, tra questi anche molti oligarchi e uomini vicino alla cerchia ristretta di Putin.

Gli astenuti e i contrari

Non tutti però sono d’accordo alla risoluzione presentata dai popolari, liberali e conservatori. «La nostra solidarietà al popolo ucraino è totale e consideriamo la Russia come l’unica responsabile della guerra in corso sul suolo ucraino. Il suo esercito si è inoltre macchiato di crimini atroci, tuttavia dopo più di nove mesi di aperte ostilità che non hanno risparmiato le popolazioni civili bisogna mettere a tacere le armi e far prevalere le diplomazie. Non è più il momento del muro contro muro», scrivono in una nota gli europarlamentari del Movimento Cinque stelle motivando la loro astensione alla risoluzione approvata dal parlamento europeo. «Il grande assente del testo della risoluzione del parlamento europeo – continuano i grillini – è la parola pace e per questa ragione, pur condividendo i paragrafi di sostegno all'Ucraina, non possiamo sostenerla. Il nostro voto sarà di astensione».

«Ho votato contro perché indicare la Russia come paese terrorista è un punto di non ritorno che allontana invece di avvicinare una soluzione politica; così facendo in campo rimane la sola opzione militare. E l’opzione militare colpisce in prima istanza la popolazione civile Ucraina  che subisce l’occupazione e i bombardamenti russi», ha detto invece l’europarlamentare del Partito democratico Massimiliano Smeriglio. Oltre a lui hanno votato contro anche Pietro Bartolo e Andrea Cozzolino, tutti e tre fanno parte del gruppo europeo dei Socialisti e Democratici (S&D). Ha votato contro anche Francesca Donato, eletta come europarlamentare nel 2019 tra le fila della Lega prima di aver abbandonato il partito.

Il parlamento europeo approva ancora una volta una risoluzione dal limitato peso legislativo ma dal forte impatto politico. Soltanto la scorsa estate una risoluzione di condanna è stata approvata nei confronti della Cina, accusata compiere un genocidio contro la minoranza uigura dello Xinjiang.

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