Era stato preso in ostaggio con l’accusa di essere un mercenario, ma per la ong per cui lavorarava si trovava in Ucraina per fornire aiuti umanitari. Secondo i separatisti è morto per suoi problemi di salute
Paul Urey, l’operatore umanitario britannico di 45 anni, è morto mentre si trovava in ostaggio delle milizie separatiste filorusse dell’autoproclamata repubblica popolare di Donetsk. A dare la notizia è Darya Morozova, difensore civico della repubblica separatista che in un messaggio su Telegram ha scritto che Urey è morto il 10 luglio scorso a causa di «malattia e stress».
«Già durante la prima visita medica, a Paul Urey è stata diagnosticata una serie di malattie croniche, tra cui il diabete insulino-dipendente, danni al sistema respiratorio, ai reni e una serie di malattie del sistema cardiovascolare», ha detto Morozova. «Da parte nostra, nonostante la gravità del presunto crimine, a Paul Urey è stata fornita un'assistenza medica adeguata», assicura l’avvocato.
«Sono assolutamente devastata», ha detto la madre Linda Urey a Sky News che già aveva raccontato alla stampa britannica il precario stato di salute del figlio.
La vicenda
Paul si trovava in Ucraina con la ong Presidium Network per fornire assistenza alla popolazione colpita dalla guerra. Lo scorso 29 aprile è stato catturato a un posto di blocco nel sud del paese insieme al suo collega britannico Dylan Healy. Entrambi erano stati accusati di essere dei mercenari stranieri che combattevano per l’esercito ucraino contro i militari russi.
Per i separatisti Paul Urey era un «combattente professionista» che aveva preso parte ai conflitti in Afghanistan, Iraq e Libia, conducendo «operazioni militari». Accuse respinte dai vertici della ong per cui prestava servizio che invece affermano come il loro collega si trovasse sul posto per fornire assistenza umanitaria.
Gli altri casi
Ma Paul Urey non è stato l’unico cittadino britannico a finire nelle mani dei separatisti. Nell’assedio della città di Mariupol sono stati catturati Shaun Pinner e Aiden Aslin. Shaun Pinner ha 48 anni ed è originario di Bedfordshire. Ha servito in Nord Irlanda e in Bosnia per l’esercito britannico nel reggimento della Royal Anglian, prima di unirsi ai marines ucraini dopo lo scoppio della guerra nel Donbass. Anche l’altro prigioniero, Aiden Aslin, fa ufficialmente parte del corpo dei marines di Kiev. Aslin ha 28 anni e in passato ha combattuto con la milizia curda delle Ypg contro l’Isis nel Rojava, in Siria. Nel 2017 al suo rientro nel Regno Unito è stato infatti arrestato per aver combattuto come foreign fighter, prima di partire nuovamente per l’Ucraina.
Si ricorda poi il caso di due veterani americani catturati dall’esercito russo e ritratti in alcuni video propagandistici diffusi dal Cremlino.
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