Il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) ha accolto l’appello fatto il 27 febbraio dal leader Abdullah Ocalan, detenuto in carcere sull’isola-prigione di Imrali dal 1999. «Dichiariamo un cessate il fuoco in vigore da oggi per aprire la strada all’attuazione dell’appello del leader Apo per la pace e una società democratica. Nessuna delle nostre forze intraprenderà azioni armate a meno che non venga attaccata», ha scritto in una nota il comitato esecutivo del Pkk. 

È stata la prima risposta del partito alle richieste del suo fondatore, che giovedì, in una data storica, ha annunciato la fine della lotta armata curda: «Chiedo al Pkk di tenere un congresso, deporre le armi e sciogliersi», aveva affermato. 

Nella dichiarazione, diffusa tramite l’agenzia firatnews, il Pkk ha sottolineato come «solo la leadership pratica del leader Apo può rendere pratiche questioni come il disarmo». L’appello di Ocalan, scrive il comitato esecutivo, «non è certamente una fine, ma piuttosto un nuovo inizio». «Un nuovo processo storico nel Kurdistan e nel Medio Oriente», si legge.

Per il gruppo dirigente «è di importanza storica affrontare il contenuto dell’appello con grande responsabilità e serietà e attuarlo con successo in ogni campo. Cerchiamo quindi di comprendere correttamente le caratteristiche di questo nuovo processo e di adempiere ai suoi compiti con successo».

Quello del leader Ocalan, agli occhi del comitato esecutivo, è «un nuovo passo» e l’avvio di «un nuovo processo di lotta per tutti gli oppressi, in particolare donne e giovani». C’è poi un richiamo alla data dell’8 marzo – «Giornata mondiale delle donne lavoratrici» –  e al 21 marzo, la data del Newroz, il capodanno curdo, con l’invito a «celebrarli con più entusiasmo». 

Il congresso

Il Pkk scrive di essere pronto a convocare il congresso del partito, così come richiesto dal leader Ocalan. «Tuttavia», continua la dichiarazione, «affinché ciò accada, è necessario creare un ambiente di sicurezza adeguato» e dovrà essere «il leader Apo» a «guidare e gestire personalmente il congresso affinché abbia successo». Solo lui, prosegue il comitato esecutivo, «può governare l’era della pace e della società democratica».

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