La tregua entrata in vigore il 24 novembre tra Israele e Hamas, al potere nella Striscia di Gaza, è stata prorogata all'ultimo minuto. La tregua sarebbe scaduta alle 7 ora locale (6 ora Italiana), ma un quarto d’ora prima della scadenza, l’esercito israeliano ha rilasciato un comunicato in cui indicava che la «pausa operativa» sarebbe «continuata» alla luce degli sforzi dei mediatori volti a portare avanti il ​​processo di rilascio degli ostaggi detenuti a Gaza. Hamas, da parte sua, ha precisato che la tregua è stata prorogata per «un settimo giorno».

Gli ostaggi

Le autorità israeliane hanno ricevuto un elenco di 10 ostaggi di Hamas che saranno rilasciati questa sera, nell’ambito dell’accordo per il prolungamento della tregua umanitaria con il movimento estremista palestinese. Secondo l’Idf, 159 persone sono ancora nelle mani di gruppi terroristici. «Il Gabinetto di Guerra ha deciso ieri sera all'unanimità che se una lista (di dieci prigionieri) non fosse stata consegnata entro le sette di questa mattina come concordato nel piano, i combattimenti sarebbero ripresi immediatamente», si legge in un comunicato stampa dell'ufficio del Primo Ministro. «Poco tempo fa Israele ha ricevuto una lista di donne e bambini secondo i termini dell'accordo, e quindi la tregua continuerà», ha aggiunto la stessa fonte.

Bassem Naim, funzionario di Hamas ed ex ministro della Sanità di Gaza, in una conferenza stampa a Città del Capo, ha riferito ieri che sarebbero una sessantina gli ostaggi israeliani morti a Gaza a causa dei bombardamenti. Confermata la morte del piccolo Kfir, di dieci mesi, della sua mamma e del suo fratellino. «Abbiamo confermato due o tre settimane fa che 60 israeliani sono stati uccisi sotto i bombardamenti israeliani e sono ancora sotto le macerie», ha detto Naim, precisando che «la donna e i suoi due figli sono tra loro, posso confermarlo».

Durante la giornata, due persone sono state rilasciate alla Croce rossa in anticipo rispetto al rilascio degli altri  programmato per la sera. 

Attentato a Gerusalemme 

Nelle prime ore di questa mattina, si è verificato un attacco terroristico nella città di Gerusalemme. Secondo le prime ricostruzioni della polizia, tre uomini sono scesi da un veicolo e hanno aperto il fuoco contro alcune persone che erano alla fermata dell’autobus. Il primo bilancio delle vittime ha riportato tre persone uccise e sei feriti. La polizia ha identificato gli aggressori. Si tratta di due fratelli Murad Namr e Ibrahim Namr. Secondo lo Shin Bet, i due sono soldati fuori servizio membri di Hamas con precedenti penali per attività terroristiche. L’organizzazione terroristica ha rivendicato l’attentato descrivendolo come «risposta naturale ai crimini commessi dall’inizio dell’occupazione».

Le dichiarazioni di Hamas hanno suscitato le critiche da parte del ministro della Difesa israeliano, Ben Gvir, che ha commentato la violazione della tregua dicendo: «Con una mano Hamas firma la tregua, mentre con l’altra manda i terroristi ad uccidere ebrei a Gerusalemme». 

Già nella mattina aveva dichiarato che l’attentato era l’ennesima dimostrazione di come la tregua stia dimostrando la debolezza del governo israeliano e la risposta deve avvenire «solo attraverso la guerra». Anche il ministro del gabinetto di guerra, Benny Gantz, ha sottolineato che l’attacco avvenuto a Gerusalemme dimostra che la lotta al terrorismo non è ancora finita. «Questo attacco terroristico è un’ulteriore prova del nostro obbligo di continuare a lottare con forza e determinazione contro il terrorismo omicida che minaccia i nostri cittadini. A Gerusalemme, a Gaza, in Giudea e Samaria, e ovunque», ha scritto su X. Attualmente le vittime sono in cura presso l’ospedale Shaare Zedek di Gerusalemme.

Blinken in visita 

Questa mattina il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha incontrato il presidente israeliano Isaac Herzog a Tel Aviv subito dopo l’attacco terroristico. É la terza volta che il segretario americano si reca nella regione dall’inizio del conflitto. Blinken ha espresso il suo entusiasmo per il rinnovo della tregua che finora il ritorno a casa degli ostaggi ma anche l’aumento degli aiuti umanitari per i civili nella Striscia. 

Durante l’incontro ha espresso anche il suo rammarico per l’attentato terroristico dicendo: «Il mio cuore va alle vittime di questo attacco. Pensiamo a loro, pensiamo alle loro famiglie, ai loro cari, e piangiamo la loro perdita proprio come piangiamo la perdita di qualsiasi vita innocente». 

La condanna è avvenuta anche durante l’incontro con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, nel suo ufficio a Gerusalemme. Lo stesso premier, riferendosi al loro incontro, ha detto: «Gli ho detto che abbiamo giurato, e io ho giurato, di distruggere Hamas». 
Blinken ha chiesto al premier di dare massima priorità ai civili della Striscia. «Ha sottolineato l’imperativo di tenere conto delle esigenze umanitarie e di protezione civile nel sud di Gaza prima di qualsiasi operazione militare lì», ha detto durante l’incontro. 

Il segretario americano ha incontrato a Ramallah anche il presidente dell’Autorità palestinese, Abu Mazen. Blinken ha ricevuto un dossier in cui sono elencati i crimini dell’occupazione israeliana, secondo quanto riportato dall’agenzia statale palestinese Wafa. L’incontro si è concentrato sull’idea di trovare un accordo per un cessate il fuoco definitivo. 

© Riproduzione riservata