- Di questi tempi non conviene iniziare una guerra perché poi non finisce più. Ciò vale per i forti e per i deboli, per l’aggressore e l’aggredito: non c’è differenza.
- È il destino che rischia il Sudan ma anche gli stati del Sahel. Tutto ciò non dipende più dai protagonisti del conflitto ma dalla guerra stessa, che possiede una sua logica interna: non terminare e prolungarsi a dispetto di tutti.
- La guerra russa di aggressione all’Ucraina è maturata nell’ambito degli interessi di potere: allargare la propria zona di influenza sfruttando la presunta debolezza occidentale. Ma la conseguenza è che anche Putin si è ficcato nella trappola della guerra perenne.
Di questi tempi non conviene iniziare una guerra perché poi non finisce più. Ciò vale per i forti e per i deboli, per l’aggressore e l’aggredito: non c’è differenza nel fatto che se la guerra perdura, ingoia tutte le risorse umane e materiali possibili e imbarbarisce chi la combatte. Se mai lo è stata, oggi la guerra non è sicuramente più la “politica con altri mezzi” ma un’immensa dissipazione di energie e di vita, senza vittoria e senza fine. Basta guardare alla Siria: un conflitto che dura



